Nocciolo, costi alle stelle

Fioritura di nocciolo nelle Langhe
Coniugare reddito e sostenibilità ottimizzando la concimazione. Al convegno corilicolo di Cherasco la strada per reagire all’impatto del climate change e dell’inflazione

Coniugare reddito e sostenibilità è difficile. Soprattutto quando l’inflazione galoppa, ma solo per i mezzi tecnici.

Il nocciolo del problema dell’agricoltura è infatti che i costi corrono più dei prezzi di vendita. E questo vale anche nel caso di un mercato in teoria in espansione come quello della nocciola. «In un’annata – osserva Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo – come quella appena conclusa, caratterizzata da scarsa produzione, diminuzione dei prezzi e aumento dei costi occorre porre attenzione soprattutto all’incidenza della concimazione».

«L’impatto dei cambiamenti climatici – conferma Gianluca Griseri di Nocciolo Service – e l’aumento sproporzionato delle spese, in particolare per i concimi, sta cambiando la modalità di gestione dei noccioleti». Per questo la IX edizione del convegno corilicolo di Cherasco (Cn), moderato da Terra e Vita davanti a 400 produttori in presenza e circa 250 in streaming, ha messo al centro proprio il tema della nutrizione razionale del nocciolo.

Affidarsi alla precisione

«Oggi la fertilizzazione – spiega Valerio Cristofori, dell’Università della Tuscia – non si basa più solo sul criterio delle restituzioni, ma deve soddisfare le esigenze nutrizionali della pianta, limitare il costo degli interventi, ridurre i rischi di perdite di dilavamento, limitare l’impatto ambientale, ripristinare la fertilità organica del suolo».

Magari con strumenti di precision farming: l’interazione tra analisi del suolo e sensoristica prossimale (o con le mappe di vigore da telerilevamento), consente infatti di ottimizzare le dosi di macro e microelementi da distribuire. Nei suoli piemontesi in particolare si può così risparmiare in fosforo, la cui dotazione è mediamente elevata.

Calcio per via fogliare

La messa a punto di metodi campionamento per l’analisi fogliare sta consentendo anche di ottimizzare le integrazioni per via fogliare di macro e microelementi durante la stagione vegeto-produttiva. «Occorre al proposito puntualizzare il ruolo del calcio: se somministrato per via fogliare appena prima del momento di espansione rapida delle nocciole, ne aumenta la resa in sgusciato».

Sovescio, ma non troppo

Anche risparmiare azoto è possibile: «negli impianti adulti – testimonia Sergio Tombesi dell’Università Cattolica di Piacenza – il sovescio può fornire unità di N, ma solo in parte disponibili nel breve termine».

Nelle prove presentate da Tombesi è il mix favino- veccia-orzo a fornire le migliori performance (191 kg/ha di N), ma anche ad accusare uno dei maggiori costi di gestione (289 €/ha in seme, semina, trinciatura). L’inerbimento ha poi un altro impatto negativo. «Ha un effetto antierosione e conserva la fertilità organica del suolo, ma può avere un pesante effetto competitivo sui giovani corileti ritardandone l’entrata in produzione». Occorre quindi distanziare la fascia sovesciata dal filare.

Suoli desertificati

Risparmiate su tutto, ma non sulla sostanza organica. Anche perché le analisi sul tenore di carbonio organico nei topsoil dei noccioleti presentate da Claudio Ciavatta dell’Università di Bologna sono tutti ampiamente sotto il valore di 10 g/kg, considerato il limite per i processi di desertificazione.

«Utilizzare ammendanti – ribadisce Ciavatta -, o concimi organici, organo-minerali e in generale prodotti a base organica è la chiave della fertilità». Aumenta infatti la dotazione di enzimi e quindi la funzionalità del suolo, contrasta l’erosione, aumenta lo stock di carbonio e realizza preziosi percorsi di economia circolare. «Il risparmio in questo caso si realizza solo incentivando le ricerche che valorizzino il recupero di unità fertilizzanti da fonti rinnovabili ed evitando di “termovalorizzare” i residui colturali».


Il valore della "Tonda"

Agrion, il braccio armato di Regione Piemonte e UnionCamere, Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, è impegnata nell’ottimizzazione della fertilizzazione del nocciolo, come spiega Simone Bardella, con alcune prove sul sovescio ad azione biofumigante e nematocida e sulla valutazione dell’efficacia di fisioattivazione di alcuni biostimolanti.

Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, sempre presente al convegno di Cherasco, anche perché è un imprenditore agricolo specializzato nella produzione di nocciole nelle Langhe, oltre che sulla necessità di contenere i costi, punta però soprattutto sull’opportunità di valorizzare un prodotto unico come la Tonda Gentile delle Langhe. «Il meccanismo di rilevazione dei prezzi delle Camere di Commercio -dice – ha troppi intoppi e va migliorato».

Nocciolo, costi alle stelle - Ultima modifica: 2023-06-21T17:07:20+02:00 da Lorenzo Tosi

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