Il coraggio di scegliere quale agricoltura sostenere

L’editoriale del numero 32 di Terra e Vita

agricoltura
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura
Il compito di assicurare la sicurezza alimentare a una popolazione mondiale in forte crescita e di raggiungere gli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici fissati nel Green deal è tutto sulle spalle di una minoranza di produttori agricoli. Ovvero di quelli votati alla missione di fare impresa. Nell’editoriale del numero 32 di Terra e Vita, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, alla vigilia della firma della nuova Pac, invita i decisori politici ad avere il coraggio di distinguere tra agricoltura professionale e di sussistenza

Essere agricoltori oggi significa produrre in modo sostenibile cibo di qualità, in quantità e in sicurezza. E di fronte al progressivo aumento della popolazione mondiale, il significato e l’obiettivo devono rimanere questi.

Il nostro compito è quello di sfamare il mondo, un mondo che sta conoscendo una crescita demografica impressionante: da qui a qualche anno saremo nove miliardi di cittadini. Ne abbiamo parlato al G20 Agricoltura di Firenze.

Oggi al mondo ci sono 570 milioni di aziende agricole; 500 milioni vivono di autosussistenza, ossia producono per mangiare, e ci sono 70 milioni di imprese che producono per sette miliardi di cittadini. Se si fa una semplice divisione: sette miliardi diviso 70 milioni, il risultato che otteniamo è la media di persone sfamate da ogni singola impresa agricola, ovvero cento.

E dovremo sfamarne sempre di più. In questa prospettiva, è evidente che la funzione produttiva sia dirimente.

Editoriale di Terra e Vita 32/2021

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Il contributo per frenare il climate change

Ci viene inoltre chiesto di produrre di più preservando le risorse naturali perché non sono infinite.

Per le imprese agricole la lotta contro il cambiamento del clima costituisce un obiettivo fondamentale. Gli eventi climatici eccezionali, sempre più ricorrenti, provocano perdite di produzione, di reddito e gravi danni alle strutture. Il nostro settore deve quindi fare per intero la propria parte per la neutralità climatica che l’Unione europea intende raggiungere entro il 2050.

Secondo i dati contenuti nel Piano per la transizione ecologica varato dal governo, le emissioni annuali di CO2 dell’agricoltura italiana ammontano a 30 milioni di tonnellate, circa il 7% sul totale nazionale. E l’assorbimento da parte delle foreste attraverso la fotosintesi si attesta a 40 milioni di tonnellate. Vale a dire il 10% delle emissioni complessive di gas ad effetto serra.

Dal canto suo, le emissioni dell’Unione europea incidono per meno del 10% sul totale mondiale. Questi dati dimostrano che la sostenibilità ambientale è una sfida di portata globale. Diversamente, è persa in partenza con il rischio di un crescente protezionismo negli scambi commerciali.

È giusto riconoscere una condizione di migliore favore ai Paesi meno avanzati, ma tutti devono procedere nella stessa direzione nel tempo che abbiamo a disposizione per scongiurare ulteriori danni all’ambiente, alle risorse naturali, alla biodiversità. Diversamente, ci viene chiesto un miracolo.

Solo i veri agricoltori possono sfamare il pianeta

Siamo consapevoli che i cittadini del mondo devono essere sfamati dagli agricoltori? Questa è la domanda, perché c’è anche il rischio che qualcuno dica che gli abitanti di questo pianeta debbano essere sfamati da cibi sintetici. Ultimamente le grandi multinazionali del cibo sintetico hanno iniziato a utilizzare una nuova locuzione, quella di “agricoltura cellulare”.

Il futuro è degli agricoltori se si crede negli agricoltori. E ciò significa credere nella loro produttività e nella loro competitività. Una riflessione su chi debbano essere i beneficiari delle politiche agricole deve pertanto essere fatta. La riforma della Pac, che noi giudichiamo negativa, oggi destina all’Italia una dotazione finanziaria inferiore del 15%. Ma se avessimo il coraggio di escludere tutti gli agricoltori non professionali, l’importo ad ettaro sarebbe superiore a quello della precedente pianificazione. C’è questo coraggio?

Il coraggio di scegliere quale agricoltura sostenere - Ultima modifica: 2021-10-22T08:46:41+02:00 da K4

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