Mercuri (Alleanza Cooperative): «Spingere sul pedale dell’internazionalizzazione»

il talk show organizzato in occasione dell'assemblea di Alleanza delle cooperative. Da sinistra: Giorgio Mercuri, Roberto Ridolfi, il ministro Paola De Micheli, Micaela Cappellini de Il,Sole 24 Ore, Giuseppe L'Abbate, Giampaolo Buonfiglio del settore pesca dell'alleanza, Manlio Di Stefano
Meglio gli accordi di libero scambio che l’estemporaneità dei dazi. Alleanza delle cooperative raduna tutto il mondo agricolo e alimentare in occasione dell’evento “Una storia che si fa futuro” e pone le basi per una strategia di lungo periodo per far sì che il chilometro del nostro commercio agroalimentare torni ad essere illimitato

C’è voluto il ciuffo imprevedibile di Donald Trump e tutta l’estemporaneità della politica commerciale americana degli ultimi tempi per capire che per il made in Italy agroalimentare gli accordi di libero scambio sono molto meglio dei dazi. L’Italia è un paese di santi, navigatori, esploratori ed esportatori, non di introversi: rinchiuderci all’interno dei nostri confini non fa per noi. Alleanza delle cooperative lo dice da sempre e ha continuato a dirlo anche oggi a Roma all’Auditorium Antonianum, in occasione dell’Assemblea nazionale della cooperazione agroalimentare e della pesca.

Serve una strategia di lungo periodo

Giorgio Mercuri

Giorgio Mercuri, riconfermato nel ruolo di presidente, ha ribadito che «per lo sviluppo economico, ambientale, etico e sociale del nostro sistema Paese è necessaria una visione che consenta di tracciare percorsi e traiettorie di crescita in un orizzonte di lungo periodo che si estenda almeno al 2030 (come quello del Focus che Alleanza ha tracciato assieme a Censis)».

Una visione che fa perno su almeno cinque ingredienti: internazionalizzazione, innovazione, infrastrutture, contrasto all’illegalità più un termine che, nonostante l’abuso che se ne fa oggi, non ha ancora un sinonimo che inizi con la “i” (sostenibilità).


I temi affrontati durante l’Assemblea dell’Alleanza delle Cooperative


La ripresa del dialogo con Coldiretti

Ad ascoltarlo tutti o quasi: oltre al popolo della cooperazione con tutte le diverse nuance dell’Alleanza, anche Massimiliano Giansanti di Confagricoltura, Franco Verrascina di Copagri, Roberto Ridolfi della Fao, i rappresentanti di Cia e di Federalimentare, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli, il sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe L’Abbate, il sottosegretario agli affari esteri Manlio Di Stefano. Assente giustificata dell’ultima ora, causa impegni parlamentari, il ministro Teresa Bellanova. Presente a sorpresa invece il presidente di Coldiretti Ettore Prandini autore di un vivace intervento (leggi qui).

È il segno della ripresa di un confronto da troppo tempo interrotto tra le forze che rappresentano l’agroalimentare italiano.

Politica ed economia troppo “istantanee”

Nella città eterna, all’ombra dei platani che vigilano sui luoghi del pasticciaccio brutto di Gadda, in un’epoca in cui la politica è più istantanea di una polaroid, abituata a bruciare in fretta quello che ieri era vero. In un tessuto sociale sempre più sfaldato in cui le aziende private superano difficilmente il primo passaggio generazionale. Nel mezzo di una congiuntura economica che spinge sempre più lavoratori verso l’insicurezza della precarizzazione. In mezzo a tutto questo solo la cooperazione ha l’autorevolezza che serve per tracciare strategie economiche di lungo periodo. Per sottolinearlo Alleanza ha intitolato l’Assemblea 2019 “Una storia che si fa futuro” e tutti sono venuti ad ascoltare questa storia.

Accordi disattesi da barriere fitosanitarie

«Occorre sostenere con forza – ammonisce Mercuri – accordi di libero scambio, che rappresentano la via più agevole per la conquista di nuove opportunità per le nostre imprese, avendo cura di salvaguardare la tutela dei prodotti di qualità a denominazione d’origine. Accade tuttavia troppo spesso che i principi e le opportunità offerte dagli accordi di libero scambio siano nei fatti traditi dalla permanenza di barriere non tariffarie, in particolare, di natura fitosanitaria, frustrando le aspirazioni delle nostre imprese».

Anche perché, in una situazione in cui il mercato interno è fermo e il potere d’acquisto dei consumatori italiani è in picchiata, l’export non è una scelta ma una necessità per le nostre imprese.

Una situazione che fa assumere un tono ancora più sinistro al rigurgito di politiche protezionistiche che rischiano di erodere importanti quote di mercato alle nostre imprese dell’agroalimentare.

Ok al fondo “azzeradazi”

«In tale prospettiva, riteniamo che sia quanto mai opportuno ampliare e mirare le azioni di promozione e di informazione attuate dall’ICE, sul mercato statunitense e sugli altri mercati, prevedere l’apertura dell’ammasso privato per tutti i settori produttivi eventualmente toccati da effetti negativi, insistendo sulla disponibilità manifestata in tal senso dalla Commissione Europea; istituire un fondo europeo “azzeradazi”, come richiesto dal Ministro Teresa Bellanova. È fondamentale altresì chiedere all’Unione Europea di rafforzare la misura di promozione dei prodotti agroalimentari, e in particolare dei formaggi e accelerare le tempistiche procedurali, così da render la misura più efficace».

Via alla cabina di regia

Giuseppe L'Abbate

«Siamo disponibili – commenta Giuseppe L’Abbate, sottosegretario Mipaaf – ad accogliere la proposta di Mercuri di creare una cabina di regia nazionale per la messa in campo di strumenti per l’attenuazione o rimozione degli ostacoli all’accesso nei nuovi mercati». L’Abbate fa infatti notare che il dossier sulle barriere fitosanitarie è particolarmente corposo. «Su questo fronte ogni paese agisce in autonomia, prodotto per prodotto, occorre creare una struttura efficace ma snella per fare fronte a questo problema senza pesare sulle imprese».

«La cabina di regia c’è già – contesta Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Affari esteri – è quella istituita presso la Farnesina e che sarà riconvocata in gennaio». Per il 2020 le azioni di promozione saranno concentrate in mercati emergenti come quelli di India, Giappone, Corea e Brasile. «Il momento è particolarmente favorevole – continua Di Stefano -. Questo governo ha accentrato le competenze e tutte le

Manlio Di Stefano

leve di diplomazia economica presso il ministero degli esteri. Nel nostro paese 468 milioni di euro, una cifra pari a oltre un terzo del Pil è costituita dall’export ma solo il 4% delle aziende è in grado di portare i propri prodotti oltre confine. Dobbiamo impegnarci per fare salire questa quota».

Per riuscirci bisogna uscire, secondo Mercuri, dalla logica delle azioni spot. E questo vale a maggior ragione per le misure promozione messe in campo da Bruxelles. «Per essere efficace una misura deve poter durare nel tempo e per questo, tra gli obiettivi delle misure di promozione dell’Unione Europea, accanto alla diversificazione dei mercati, deve oggi esserci anche il consolidamento degli stessi».


Mercato interno e potere d’acquisto

Non solo attenzione per l’export, quello che avrebbe in realtà bisogno di maggiori stimoli è il mercato interno. «Per le cooperative – ricorda Mercuri-, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, che, grazie al forte legame con il territorio svolgono una funzione di presidio delle aree rurali del Paese, in considerazione della redditività che qui producono, il mercato interno resta centrale e prioritario».

Negli ultimi 20 anni, il nostro Paese è stato l’unico con il potere di acquisto delle famiglie in calo: -3,8%. «Tenendo conto dell’alto valore aggiunto dei prodotti agroalimentari che la cooperazione produce, diviene per noi prioritario tutelare il potere di acquisto dei consumatori. Non si può più attendere. Occorre intervenire con politiche fiscali mirate ad incrementare il reddito disponibile soprattutto nelle fasce di popolazione meno abbienti, per consentire ai consumatori di disporre di alimenti sani e sostenibili».

Per questo motivo, l’Alleanza delle Cooperative Italiane sostiene le politiche di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro già dal 2020 per rendere le buste paga dei lavoratori dipendenti un po’ più pesanti e sostenere il potere d'acquisto delle famiglie.

Mercuri (Alleanza Cooperative): «Spingere sul pedale dell’internazionalizzazione» - Ultima modifica: 2019-10-30T19:06:01+01:00 da Lorenzo Tosi

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