Agrifood e digitale, rapporto (un po’) complicato

I dati del Rapporto 2022 sulla sostenibilità digitale nel comparto agroalimentare

Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale
Un'indagine promossa dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha misurato la percezione e l’utilizzo da parte degli italiani delle tecnologie digitali applicate al settore primario

In occasione del Sustainable Agrifood Summit è stato presentato il Rapporto 2022 sulla Sostenibilità Digitale nell’agroalimentare, frutto del lavoro sviluppato dall'Osservatorio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale presieduta dal professor Stefano Epifani. Una scelta, quella di focalizzarsi sul comparto primario, è stato spiegato, nata dalla convinzione che questo è il settore che potrebbe trarre più vantaggi dall’incontro tra sostenibilità e digitalizzazione, anche alla luce del suo peso sul PIL nazionale, oltre il 10%, e dell'impiego di 1,3 milioni di addetti.

Approcci industriali contro modelli slow da superare

"In Italia - ha dichiarato Epifani - siamo ancora profondamente ancorati alla contrapposizione tra approcci industriali intensivi e modelli slow, senza renderci conto che è dalla sintesi dei vantaggi di questi due approcci che si può tracciare una strada peculiare per il nostro Paese, e per farlo, la tecnologia digitale è il principale elemento abilitante, con impatti a livello di economia, ambiente e società".

Digitale grande alleato per gli attori dell'agrifood

Insomma, secondo la Fondazione per la Sostenibilità Digitale, la ricerca, condotta con una modalità mista (cati/cawi/cami) e realizzata dall’Istituto Piepoli, la tecnologia potrebbe rappresentare un grande alleato proprio per gli attori dell'agrifood. L'indagine, sviluppata su un campione rappresentativo di 3.600 italiani, ha misurato il rapporto degli italiani tra digitale e cibo, o meglio la percezione e l’utilizzo da parte loro delle tecnologie digitali applicate al settore dell’agroalimentare.

Consumatori italiani diffidenti o poco consapevoli

Cosa emerge? Un terzo degli italiani non conosce gli strumenti digitali che gli potrebbero permettere di ottenere informazioni sui prodotti che consumano, a partire dai semplici QrCode, mentre il 41% pur sapendone l'esistenza non vi fa ricorso. Uno su quattro, inoltre, ritiene che la trasformazione digitale non rappresenti uno strumento utile per rendere più sostenibile, anche dal punto di vista economico, la filiera agroalimentare e l'esperienza dell'utente-consumatore.

Digital Sustainability Index, cosa è, a cosa serve

Il Rapporto dell'Osservatorio si basa sul Digital Sustainability Index, primo indice italiano di misurazione della sostenibilità digitale messo a punto dalla Fondazione guidata dal professor Epifani, che sottolinea come il "DiSI risulti essere uno strumento fondamentale per comprendere su quali leve agire per educare al meglio il cittadino nel percorso di comprensione del ruolo che il digitale può avere e dei suoi vantaggi, a partire da un ambito importante e delicato come quello agroalimentare".

Digitalizzazione e sostenibilità in un unico coefficiente

L'indice misura il livello di consapevolezza dell’utente nell’uso delle tecnologie digitali quali strumenti di sostenibilità. Serve cioè per misurare le correlazioni tra tre elementi dell’individuo: il livello di digitalizzazione, inteso come rapporto tra la propria competenza percepita e quella desumibile da fattori oggettivi; il livello di sostenibilità, inteso come il rapporto tra consapevolezza sul tema nelle sue dimensioni ambientale, economica e sociale e i conseguenti atteggiamenti e comportamenti, e il livello di sostenibilità digitale, inteso come la propensione dell’individuo ad utilizzare consapevolmente le tecnologie digitali come strumenti a supporto della sostenibilità. Per ognuna di queste categorie è stato poi calcolato un coefficiente che ne indica la propensione, ovviamente consapevole, all'uso del digitale nel campo in questione.

Agrifood e digitale, rapporto (un po’) complicato - Ultima modifica: 2022-05-26T10:34:37+02:00 da Gilberto Santucci

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