Digitale in stalla, «La gestione smart aumenta la sostenibilità economica»

Curto
Fabio Curto al centro. A sx il fratello Stefano, a dx il padre Italo.
Il giovane allevatore Fabio Curto racconta come è riuscito a incrementare produzione e parco vacche, senza introdurre alcuna unità lavorativa in più, utilizzando collari smart in una stalla completamente robotizzata

Il processo di innovazione digitale negli ultimi dieci anni ha visto un’ampia diffusione nel settore zootecnico, che si conferma come uno dei campi di maggiore sviluppo dell’Internet of Things grazie all’espansione dei wearable, i dispositivi indossabili. Collari e tag smart, applicati al bestiame consentono di monitorare l’allevamento, rilevare gli spostamenti degli animali, acquisire in continuo i parametri biometrici dei capi a dimora nelle stalle o allevati all’aperto, permettendo all’allevatore di intervenire tempestivamente, incrementando produttività e benessere degli animali.

Digitale in allevamento

Questi dispositivi smart sono utili per tutti i tipi di allevamento? Il rapporto costi benefici è facilmente ammortizzabile per una azienda? Quali i vantaggi?

Lo abbiamo chiesto a Fabio Curto, giovane allevatore del nord Italia e presidente della sezione di prodotto lattiero-casearia di Confagricoltura Veneto e vicepresidente Confagricoltura Treviso. Nato a Valdobbiadene nel 1983, Fabio si è laureato in Medicina Veterinaria a Parma e si è specializzato a Padova in “Igiene e sanità animale e delle produzioni zootecniche”.
Curto conduce a Vidor (TV), con il fratello Stefano e il padre Italo, l’azienda multifunzionale zootecnica Ponte Vecchio, su una superficie di 40 ettari, formata da un'allevamento è di circa 225 vacche da latte di razza Bruna Italiana, con annesso caseificio aziendale e punto vendita commerciale sia per i prodotti caseari che per le carni suine e bovine allevate e trasformate direttamente in azienda. L’azienda ha anche una sede estiva, alpeggio con 200 ettari pascolabili.

Collari smart in stalla robotizzata. Binomio vincente

Il giovane Curto ha puntato su una stalla robotizzata integrata con dispositivi tag smart, scegliendo di investire su un nuovo management dell’allevamento. «Siamo stati la prima stalla italiana completamente robotizzata in tutte le diverse fasi: alimentazione, mungitura e allattamento. Abbiamo realizzato nel 2013 una stalla all’avanguardia costata 500mila euro, 200mila dei quali finanziati dal Psr del Veneto. Il cuore del sistema è Lely Vector, un robot per l’alimentazione automatica, che consente di sostituire il classico carro unifeed alimentando le vacche 24 ore al giorno 7 giorni su 7 riducendo al minimo la richiesta di manodopera e massimizzando la produttività delle vacche, al quale abbiamo abbinato cinque anni fa, e da poco aggiornati, gli smart tag».

Smart Tag abbinati all'Lely Vector, robot per l'alimentazione automatica.

Il supporto del digitale per tenere tutti i parametri sotto controllo

Il dispositivo smart scelto è dotato di un registratore e di un sensore di movimento che misurano diversi parametri e permettono di ottimizzare la gestione riproduttiva che, come spiega Curto «diventa sempre più precisa grazie al riconoscimento del momento di inizio del calore della vacca e del momento ideale per la fecondazione», oltre alla gestione della salute dell’animale legata all’alimentazione, con un monitoraggio sui minuti di ruminazione rispetto ai minuti di riposo.

«Questi parametri - specifica Curto - permettono di verificare anche, per esempio, se le vacche dopo il parto riprendono ad alimentarsi correttamente e, in caso contrario, consentono all’allevatore di intervenire tempestivamente. Le variabili raccolte dai dispositivi smart, nel nostro caso, si relazionano con tutti i sistemi sensoristici e di controllo dei robot di mungitura e vengono poi raccolti in un unico software digitale di gestione che ci rimanda dei valori precisi sullo stato del singolo capo o dell’intera mandria. Tutti i dati raccolti dal sistema con gli eventuali segnali di allerta possono essere da noi visualizzati anche da remoto tramite una applicazione per tablet o smartphone».

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Tag smart Scr, dotato di un registratore e di un sensore di movimento che misurano diversi parametri e permettono di ottimizzare la gestione riproduttiva e monitorare il benessere generale dell'animale.

Digitale, incremento di 4 lt/capo con la gestione di precisione

Curto spiega che il vantaggio più grande che l’impiego di questi dispositivi indossabili restituisce all’allevatore è l’efficienza nella gestione di monitoraggio e intervento: «Riusciamo a recepire il dato ogni due ore spacchettato ogni venti minuti. Questo significa che ogni 20 minuti abbiamo un check su quello che sta succedendo in tutta la mandria, non solo per gli animali che entrano nei robot di mungitura ma anche sulle vacche in asciutta dislocate in una area adiacente. La connessione h24 garantisce - incalza Curto - una maggiore tempestività e dunque precisione anche su tutti quelli che possono essere gli interventi. Il tutto si traduce in una più efficace organizzazione del lavoro verso quegli animali che hanno più necessità».

La misurazione dei dati incrementa anche la sostenibilità economica dell’allevamento. «Sapere bene quale è il momento ideale per la fecondazione - specifica Curto - permette di avere un tasso di concepimento più alto, quindi avere un numero di animali gravidi più alto per fecondazioni fatte. Una miglior gestione dell’animale si traduce in una miglior condizione di benessere e salute che conseguentemente porta a una maggior resa produttiva degli animali».

Curto riferisce che questi applicativi smart hanno contribuito nell’ottenere un aumento della produzione di quasi 4 litri capo. «Inoltre, abbiamo ridotto del 20% l’utilizzo dei farmaci, sia per quanto riguarda gli antibiotici che per le profilassi delle mastiti in asciutta. Sapere precocemente quando un animale sta male ci permette di adottare cure meno invasive per la vacca, risolvendo il problema prima che diventi acuto».

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Screenshot analisi della riproduzione e dell'alimentazione della vacca, dal momento di inizio del calore della vacca al momento preciso della fecondazione.

Tag smart, utili in tutti gli allevamenti?

«Ritengo che questi sistemi siano sempre utili perché consentono all’allevatore di avere maggior contezza della sua mandria sotto tantissimi punti di vista essenziali. Sicuramente - sottolinea Curto - un allevamento medio grande con un numero di capi ampio riesce ad ammortizzare più velocemente l’investimento iniziale e godere del beneficio di una gestione intelligente. Noi stiamo ammortizzando ora l’investimento fatto e in questi anni abbiamo ottenuto risultati importanti, come l’aumento del 25% del nostro parco vacche senza aver dovuto introdurre alcuna unità lavorativa in più. Credo che per un settore che ha marginalità così strette, come quello del latte, riuscire ad efficientare anche qualche centesimo sia importante».

 

Digitale in stalla, «La gestione smart aumenta la sostenibilità economica» - Ultima modifica: 2020-11-10T16:26:37+01:00 da Laura Saggio

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