Le misure per i giovani agricoltori funzionano? Sì, ma le criticità sono tante

giovani
I giovani imprenditori agricoli under 40 hanno bisogno di terra, credito e meno burocrazia. Lo dice una ricerca del Crea presentata durante il workshop nazionale organizzato dall’Ente, svoltosi a Roma, dedicato al tema “Occupazione giovanile e ricambio generazionale in agricoltura: le politiche in Italia”. Focus regioni Sicilia e Marche

L’occupazione giovanile e il ricambio generazionale rappresentano temi chiave dell’attuale e anche della futura politica agricola comunitaria. Ma quali sono le barriere che ostacolano l’ingresso dei giovani nella costruzione di un’impresa agricola? Gli elevati prezzi della terra, i costi iniziali di impianto, la forte selettività delle politiche esistenti, una legislazione e burocrazia complessa e a volte inaccessibile ai più. Per fronteggiare tali problematiche si intrecciano sul territorio politiche nazionali (come il puro sostegno dei redditi PAC primo pilastro), e regionali (come strumenti Psr e pacchetto giovani). A queste, e ad altre politiche, si aggiungono in Italia, anche ulteriori strumenti che interessano l’acquisto di terra e facilitazioni di tipo fiscale. Ma qual è l’efficacia di questi strumenti? Gli aiuti agli investimenti, la formazione di capitale umano, la consulenza, il trasferimento di innovazione, funzionano?

Il Crea durante il workshop nazionale dedicato al tema “Occupazione giovanile e ricambio generazionale in agricoltura: le politiche in Italia”, ha presentato una ricerca incentrata sulle principali problematiche che interessano questi ambiti. Attraverso due casi studio, in Sicilia e nelle Marche, l’analisi ha cercato di valutare l’efficacia (capacità di stimolare il ricambio generazionale) e l’efficienza (tempi e costi delle politiche messe in atto) di tali misure. L’approccio utilizzato prende in considerazione i diversi livelli in cui le politiche vengono definite e applicate: nazionale, regionale e locale. Per quest’ultimo livello, i risultati sono stati esaminati attraverso la loro applicazione concreta in due aree: le montagne delle Madonie in Sicilia (10 aree ad alta e crescente disoccupazione, PIL declinante e bassa dotazione di servizi; e i Colli Esini nelle Marche, nell’alta collina anconetana (3 aree rurali con settori competitivi quali turismo e servizi).

I risultati della ricerca

Francesco Mantino

La ricerca, presentata da Francesco Mantino (Crea Politiche e Bio-economia), evidenzia che, in entrambe le aree esaminate (caratterizzate da un forte spopolamento e riduzione dell’occupazione giovanile), le domande di accesso alla terra per attività agricole nell’ultima decade sono cresciute. Le maggiori difficoltà all’insediamento lamentate dagli agricoltori sono, nell’area siciliana, l’accesso al credito, un mercato fondiario stagnante, la bassa redditività aziendale, infrastrutture e servizi carenti; nella zona marchigiana, la scarsa disponibilità di terra, la mancanza di risorse finanziarie, l’insufficiente disponibilità di servizi e gli alti prezzi fondiari.

Il "pacchetto giovani" funziona per il ricambio generazionale?

Al centro del dibattito lo strumento “pacchetto giovani”, che va ad integrare le risorse dei Psr destinate ai giovani attraverso le varie misure. Il pacchetto giovani, non adottato da tutte le regioni italiane, è utilizzato sia nella regione Marche sia nella regione Sicilia. Ma come si comporta nei suddetti termini di efficacia ed efficienza?

I tempi di attuazione, che iniziano dalla preparazione della domanda fino al pagamento finale del premio, nel territorio siciliano vanno dai 3 ai 4 anni, in quello marchigiano dai 3 ai 5 anni. Tempistiche che portano, spesso, i giovani agricoltori a rinunciare al premio per non perdere tempo prezioso utile alla realizzazione del proprio progetto imprenditoriale.

Ma quante sono le nuove aziende capitanate dagli under 40 in aree svantaggiate e con problemi di sviluppo? I dati della ricerca dicono che: in Sicilia le aziende giovani che hanno ottenuto il finanziamento sono il 69% sul totale delle domande approvate (Psr 2014-2020-), con un tasso di ricambio generazionale indotto dal pacchetto giovani del 10%; nelle Marche sono il 46% con un tasso di ricambio del 9%.

«Cifre importanti, ottenute con poche risorse. Tutte le misure per i giovani agricoltori sono politiche importanti che vanno portate avanti con uno sforzo maggiore in termini di risorse finanziarie e di strumenti, utili per favorire l’accesso alla terra ai giovani», ha affermato Francesco Mantino.

Meno burocrazia e budget dedicato

Dai diversi tavoli al quale hanno preso parte rappresentanti istituzionali, giovani imprenditori, esperti e organizzazioni agricole, sono emersi netti i vantaggi e gli svantaggi di tali misure. In particolare, il pacchetto giovani, sostenuto da tutti gli intervenuti, è uno strumento che risulta utile per evitare di dare premi a pioggia. Tra i punti critici spiccano: i criteri di selezione penalizzanti per nuovi entranti e la sua rigidità finanziaria.

Sabrina Speciale

Come specificato da Sabrina Speciale (Regione Marche) «Attualmente non è possibile avere un budget specifico per la dotazione pacchetto».

Gaetano Aprile

Per Gaetano Aprile (Regione Sicilia) il «Pacchetto giovani è una valida opportunità per i giovani. Da migliorare costi e tempi burocratici che spesso soffocano le iniziative dei nuovi agricoltori».

da sx Diana Lenzi, Matteo Ansanelli, Veronica Barbati, Natale Mascellino

Allineato anche il tavolo delle organizzazioni agricole professionali. Natale Mascellino, rappresentante della Copagri nazionale, ha affermato «Dobbiamo difendere a tutti i costi il pacchetto giovani del Psr, ma tale misura va integrata con le altre specificatamente rivolte ai giovani, dando così la possibilità agli imprenditori agricoli di beneficiare di tutte le possibilità a loro disposizione, con il fine ultimo di rendere competitiva la propria azienda. Parallelamente bisogna continuare a lavorare per favorire l’accesso al credito, puntando anche sull’associazionismo per orientare i giovani imprenditori agricoli nell’avvio e nel consolidamento della propria attività».

Diana Lenzi (Anga-Confagricoltura), ha ribadito l’importanza di mantenere i giovani in agricoltura «Creiamo un sistema integrato in cui lavorare a funzione dell’impresa agricola. E questo non può essere sostenuto solo da un premio».

Veronica Barbati (Coldiretti Giovani Impresa), ha sottolineato il dinamismo innovativo dei giovani agricoltori che hanno bisogno di aiuti con tempi più stretti per realizzare i loro progetti «Se il decreto attuativo arriva dopo tre anni, l’azienda si troverà in condizioni diverse rispetto alla presentazione della domanda».

Matteo Ansanelli (Agia-Cia) ha messo in evidenza l’importanza dell’affiancamento tra giovani e anziani «Il trasferimento delle conoscenze in questo settore è prezioso. Sì ai contratti di affiancamento e all’accesso alla conoscenza».

Misure giovani, implicazioni per le future politiche

Riassumendo i punti chiave dello studio e dai vari interventi, anche alla luce delle prospettive sulle politiche agricole per il ricambio generazionale post 2020, emerge un netto appoggio alle misure per incentivare l’occupazione giovanile e il ricambio generazionale e in particolare al pacchetto giovani. Per il futuro bisognerebbe lavorare per ampliare il ventaglio di misure utilizzabili nel pacchetto (es inserire promozione prodotti) e dotare il pacchetto di un budget proprio, così da non pesare sulle altre misure del Psr. Inoltre, sarebbe utile elaborare dei criteri di selezione miranti al pacchetto nel complesso e non alle singole misure, aumentare gli strumenti per favorire l’accesso alla terra per i giovani, gli investimenti per la formazione e l’accompagnamento post insediamento, e, infine, snellire la burocrazia che rallenta i tempi di insediamento e a volte addirittura li scoraggia.

Due storie di giovani imprenditori agricoli a confronto

Giuseppe Cassataro

Giuseppe Cassataro, 36anni, agricoltore siciliano proprietario della Coop agricola Nuova Alba, produce dal 2014 la manna, una linfa che si estrae dalla corteccia del frassino e viene utilizzata come dolcificante naturale. Non ha ereditato l’azienda e non ha richiesto i finanziamenti del Psr: «Tempi troppo lunghi»Vedi Video

Giuseppe negli ultimi 3 anni ha puntato sulla diversificazione aziendale investendo nel settore dei servizi, nello specifico, giardinaggio per alberghi, incrementando notevolmente il fatturato (nel primo trimestre del 2019 ha già incamerato quasi il 70% dell’intero fatturato del 2018). Vedi Video

Martina e Davide Manieri

Martina e Davide Manieri, due fratelli marchigiani di 27 e 23 anni (di Agia-Cia), proprietari dell’azienda Colleolivi, raccontano la loro esperienza «Gli aiuti delle misure giovani per noi sono state importanti. Ci hanno permesso di fare migliorie strutturali e investire in tecnologie quali: un nuovo frantoio, un macchinario per cuocere le confetture sottovuoto, una nuova struttura più idonea per il punto vendita. Anche se le difficoltà non sono mancate». Vedi Video

 

 

 

Le misure per i giovani agricoltori funzionano? Sì, ma le criticità sono tante - Ultima modifica: 2019-03-27T17:50:38+01:00 da Laura Saggio

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