Canapa industriale, in Puglia si sperimentano varietà per gli ambienti meridionali

canapa industriale
Particolare del campo sperimentale di canapa industriale presso l'azienda sperimentale di Rutigliano (Ba) del Crea-AA di Bari
Il Crea-AA di Bari ha presentato, nel corso di una giornata tecnico-scientifico-divulgativa, l’attività che svolge nell’ambito del progetto di ricerca Unihemp

La canapa industriale può avere prospettive colturali nel Mezzogiorno a patto di individuare varietà adatte alle condizioni pedoclimatiche meridionali e di organizzare filiere chiuse, per garantire agli agricoltori il conferimento del prodotto. Sono le indicazioni offerte dalla giornata tecnico-scientifico-divulgativa “Vuoi conoscere la canapa?” organizzata dal Crea Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente (AA), sede di Bari, presso la propria azienda sperimentale "Maria Elisa Venezian Scarascia" a Rutigliano (Ba), per presentare l’attività condotta nel 2021, sulla sperimentazione di varietà adatte agli ambienti meridionali, all’interno del progetto di ricerca Unihemp – Utilizzo di biomassa da canapa industriale per la produzione di energia e nuovi biochemicals. Unihemp, progetto del Miur-Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca finanziato dal Fesr-Fondo europeo di sviluppo regionale nell’ambito del Pon R&I 2017-2020, comprende diversi partner, fra cui il Dhitech scarl - Distretto Tecnologico High Tech con sede a Lecce (soggetto capofila del progetto) e il Crea-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, punta alla creazione di una piattaforma tecnologica per la valorizzazione degli scarti derivanti dalla coltivazione della canapa.

L’importanza della canapa industriale

Laura D'Andrea
Laura D'Andrea

La canapa industriale, ha illustrato Laura D’Andrea, ricercatrice del Crea-AA e “referente scientifico” della Unità Operativa Crea-AA sede di Bari per il progetto Unihemp, è una coltura nota per i molteplici utilizzi (tessile, edilizia, carta e cartoni, bioedilizia, alimentare, cosmetica, ecc.) e molto apprezzata per la duttilità nella trasformazione, infatti da essa si ottengono circa 50.000 prodotti diversi. Grazie a tale versatilità potrebbe sostituire la maggior parte dei materiali oggi prodotti con tecniche per lo più inquinanti. In Italia la canapa industriale è stata estesamente coltivata dal 1910 al 1940, poi è scomparsa dai sistemi colturali per varie cause (introduzioni di fibre sintetiche, minor uso di motori a vapore, maggiore redditività di altre colture da fibra, legislazione restrittiva). Adesso se ne riparla con curiosità, ma anche con validi interessi agronomici (necessità di individuare specie alternative alle grandi colture, per inserirle negli attuali sistemi colturali), industriali (necessità di reperire in loco la materia prima, sempre più richiesta a livello mondiale) e ambientali (decontaminazione del suolo da metalli pesanti, rotazioni, esigenza di introdurre colture richiedenti bassi input energetici ed ecocompatibili)».

La valorizzazione degli scarti di lavorazione

giornata divulgativa
La giornata divulgativa si è svolta presso l'azienda sperimentale di Rutigliano (Ba) del Crea-AA di Bari

La canapa rappresenta una fondamentale fonte naturale di materie prime: le parti della pianta attualmente utilizzate sono i semi, destinati alla produzione di olio e farina, e la fibra, che si ricava dal fusto, impiegata nella produzione di biomateriali (plastica, carta, tessuti). «Ma anche gli scarti di lavorazione della canapa sono preziosi – ha rilevato D’Andrea –. Infatti la piattaforma che Unihemp vuole realizzare è finalizzata proprio alla valorizzazione degli scarti come fonte per la produzione sia di nuovi biochemicals di interesse manifatturiero e cosmaceutico sia di energia rinnovabile. Uno scarto della coltivazione è rappresentato dalla biomassa vegetale ricca di metaboliti secondari estremamente interessanti dal punto di vista farmaceutico. Un altro scarto è costituito dai residui legnosi, ossia quella parte del fusto che rimane dopo la rimozione della fibra. Il progetto punta, quindi, a generare un’economia circolare attorno alla filiera della canapa, in cui i suoi scarti entrano in nuovi cicli di produzione, come quello dei biochemicals ad elevato valore aggiunto e dell’energia rinnovabile».

Selezione e caratterizzazione di nuove varietà di canapa

campi sperimentali
Visita al campo sperimentale di confronto fra sette varietà di canapa industriale

Uno degli obiettivi del progetto Unihemp, in cui è impegnato il Crea-AA di Bari, è quindi la selezione e caratterizzazione di nuove varietà di canapa.

«Stiamo lavorando all’individuazione di varietà di canapa adatte alle condizioni pedoclimatiche meridionali, da utilizzare come fonti di componenti attive (cannabinoidi, terpeni, flavonoidi) e di energia. Coltiviamo tali varietà nel campo sperimentale della nostra azienda e valutiamo gli effetti delle condizioni pedoclimatiche, delle tecniche colturali e degli input agronomici su fenologia, morfologia, fisiologia e produttività delle piante di tali varietà. Le biomasse ottenute dalle diverse prove vengono inviate ai partner di ricerca sia per l’analisi del contenuto in principi attivi sia per il recupero di energia».

Sette varietà di canapa industriale a confronto

Carmagnola
La varietà Carmagnola
Carmaleonte
La varietà Carmaleonte

Nel 2022 la prova sperimentale si è basata sul confronto di sette varietà di canapa industriale, di cui cinque dioiche (Carmagnola, Carmagnola Selezionata, Eletta Campana, Fibranova, Fibrante) e due monoiche (Codimono e Carmaleonte), con tre differenti dosi di azoto (N-0; N-80; N-120 kg di azoto per ettaro) per quattro ripetizioni. «Le varietà di canapa industriale messe a confronto sono state selezionate dal Crea Centro Cerealicoltura e Colture Industriali, sede di Rovigo, e sono tutte con un contenuto di Tetraidrocannabinolo (THC) inferiore allo 0,2%, come prevede la legge. In base all’obiettivo realizzativo dell’unità operativa di Bari, cioè “Individuare varietà di canapa adatte alle condizioni pedoclimatiche meridionali”, Rutigliano (Ba) è un’ottima sede. Il sito sperimentale è a clima mediterraneo, caratterizzato da estati calde e secche. La piovosità annuale è di 535 mm, principalmente concentrata nei periodi autunnali e tardo invernali e molto ridotta, o assente, nel periodo primaverile-estivo. Pertanto, da aprile a settembre, la maggior parte delle specie può essere coltivata con successo solo fornendo irrigazione di soccorso. Anche la coltivazione della canapa non può prescindere dall’irrigazione, almeno da quella di soccorso. Le prove in campo hanno dimostrato che l’irrigazione è utile per garantire alla canapa l’approvvigionamento idrico necessario sia per raggiungere una buona germinazione/emergenza sia per superare periodi di carenza idrica nel terreno durante la fase giovanile, prima dell’approfondimento radicale fino agli strati più umidi sottostanti. Inoltre le principali tecniche agronomiche (preparazione del letto di semina, concimazione, irrigazione, ecc.) devono essere eseguite al meglio per ottenere un prodotto di alta qualità, sia esso il fusto, l’infiorescenza o il seme».

Canapa industriale, in Puglia si sperimentano varietà per gli ambienti meridionali - Ultima modifica: 2022-08-23T22:14:44+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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