Riforma Pac e Farm to fork, occorre fare presto

L'editoriale di Paolo De Castro su Terra e Vita magazine

Pac
La transizione sostenibile si interseca con la nuova politica commerciale che l'Unione Europea sta tracciando assieme agli Stati Uniti, finalmente parlando la stessa lingua. Serve con urgenza una valutazione d'impatto dei target del Green Deal per definire un'efficace reciprocità ed evitare che i nostri produttori si trovino in una posizione di svantaggio competitivo rispetto alle importazioni

Per la riforma della Pac i tempi iniziano a stringere.

Non solo per la necessità di indicare ai nostri agricoltori un orizzonte oltre il 2022, ma anche perché una Politica agricola comune più attenta all’eco-sistema, con le modalità proposte dalla Commissione Ue attraverso il Green Deal e la strategia ‘Farm to Fork’ in particolare, verosimilmente incrocerà in modo più stringente la politica della nuova amministrazione Usa, con riflessi importanti anche per le relazioni e gli scambi commerciali tra Stati Uniti e Unione europea.

Editoriale di Terra e Vita 8/2021

Abbonati e accedi all’edicola digitale

Le due sponde dell'Atlantico ora parlano la stessa lingua

I prodromi di questa ‘new delivery’ si leggono già nelle prime apparizioni in videoconferenza di Joe Biden, al summit G7 e alla Conferenza di Monaco, dove il presidente americano si è rivolto all’audience europea parlando espressamente anche di lotta ai cambiamenti climatici.

In commissione Inta (Commercio internazionale) del Parlamento Ue, come relatore della Strategia ‘dal campo alla tavola’ ho ricordato la comunicazione del maggio 2020, con la quale la Commissione Ue punta a un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

Ecologia e commercio

Nell’occasione ho anche ricordato che questa transizione non può ovviamente prescindere dalle politiche commerciali e dagli strumenti di cooperazione internazionale dell’Unione.

La ‘Farm to Fork’ include infatti diversi riferimenti al ruolo fondamentale della politica commerciale, tra cui lo sviluppo di alleanze verdi con tutti i nostri partner commerciali, ma soprattutto sottolinea che l’Unione cercherà di garantire la presenza di capitoli ambiziosi sullo sviluppo sostenibile in tutti gli accordi commerciali, nonché la loro piena attuazione, includendovi settori chiave come il benessere degli animali, l’uso di fitofarmaci e la lotta contro la resistenza antimicrobica.

Definire standard partendo da posizioni di forza

Nella bozza di parere, che abbiamo presentato in commissione Inta, abbiamo voluto concentrarci sulla dimensione internazionale della Strategia, sottolineando il ruolo fondamentale della politica commerciale nel raggiungimento degli obiettivi delineati non solo con il Green Deal, ma anche con l’accordo di Parigi.

Non possiamo dimenticare infatti come l’Unione sia il maggiore importatore ed esportatore globale di beni agroalimentari. E questa è una posizione che andrà sfruttata per definire standard internazionali di sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale e di rispetto dei diritti umani e dei lavoratori.

Evitare ai produttori svantaggi competitivi

Gli obiettivi ambiziosi e condivisi che l’Unione si pone con questa strategia rischiano tuttavia di mettere i nostri agricoltori in una situazione di svantaggio rispetto ai competitor internazionali, soprattutto in mancanza di convergenza e reciprocità degli standard produttivi, e dell’obbligo di rispettare le stesse norme per tutti i prodotti agricoli, alimentari e forestali importati nell’Ue.

Non solo, i nostri consumatori potrebbero assistere a repentini aumenti dei prezzi del cibo che, fino a oggi, è arrivato sulle loro tavole a costi accessibili, nonostante gli altissimi livelli di qualità e salubrità che i produttori dell’Unione garantiscono.

La necessità di una valutazione d'impatto

Per questo abbiamo chiesto alla Commissione Ue di presentare presto una valutazione dell’impatto cumulativo dei target individuati, nonché proposte proporzionali al raggiungimento degli obiettivi.

E qui, tra i punti qualificanti, ci siamo ripromessi di prevedere anche il ruolo cruciale che possono avere le Indicazioni geografiche e la politica di promozione, una maggiore tracciabilità lungo la filiera, anche tramite l’etichettatura d’origine obbligatoria; collaborazioni con i nostri partner commerciali in materia di ricerca e sviluppo scientifico e tecnologico.

Tutto questo, offrendo ai nostri produttori valide alternative, che già esistono, come le smart farming e le biotecnologie sostenibili.


Paolo De Castro,
Capogruppo S&D
Commissione Agricoltura
Parlamento europeo

Riforma Pac e Farm to fork, occorre fare presto - Ultima modifica: 2021-03-09T00:55:12+01:00 da K4

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome