Il biologico nella nuova Pac

Obiettivo della Farm to Fork: biologici il 25% dei terreni agricoli europei entro il 2030. Scatta la priorità nel regolamento transitorio e nella Pac 2023-2027

Priorità al biologico nella nuova Pac e anche nel periodo transitorio.

L'importanza dell’agricoltura biologica nell’Unione Europea è destinata ad aumentare nei prossimi anni, alla luce del costante aumento dei consumi e delle strategie dell’Unione Europea, Green Deal e “Farm to Fork”.

L’agricoltura biologica sarà particolarmente sostenuta nella futura Pac, con dotazioni aggiuntive sia nel periodo 2021-2022 che nel periodo 2023-2027.

Articolo pubblicato sulla rubrica La Pac sotto la lente di Terra e Vita

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F2F: biologico al 25%

La strategia “Dal produttore al consumatore” (Farm to Fork) affronta il tema della sostenibilità dei sistemi alimentari, riconoscendo le connessioni che legano la salute delle singole persone, delle società e dell’ambiente.

L’iniziativa individua una serie di obiettivi target da raggiungere entro il 2030 di carattere ambientale. Tra questi, c’è quello di convertire almeno il 25% delle superfici agricole europee al regime di produzione biologica.

Allo stato attuale, le superfici biologiche occupano circa l’8,5% della superficie agricola europea, con notevoli differenze tra gli Stati membri (fig. 1). Mentre alcuni stati presentano percentuali molto vicine all’obiettivo target del 25% (l’Austria ad esempio già lo ha superato), altri registrano percentuali molto basse, come ad esempio i paesi dell’Est Europa. L’Italia si trova tra i paesi più “virtuosi”, con una percentuale del 15,2% di biologico sulla Sau totale.

L’attuale trend di crescita delle superfici biologiche a livello di Ue non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo della strategia “Farm to Fork”. Per incentivare ulteriormente lo sviluppo del biologico la Commissione europea ha pubblicato, nel marzo 2021, un piano di sviluppo per l’agricoltura biologica che si basa su tre assi (divisi in 18 azioni), ovvero:

- alimenti e prodotti biologici per tutti: stimolare la domanda e garantire la fiducia dei consumatori;

- stimolare la conversione e rafforzare l’intera catena del valore;

- migliorare il contributo dell’agricoltura biologica alla sostenibilità.

Il concetto è quello che la semplice conversione di nuovi terreni al metodo di produzione biologico non è sufficiente per la crescita del settore, ma dovrà essere accompagnata da un aumento dei consumi e della domanda di prodotti biologici.

Il bio nel regolamento transitorio

La futura Pac dovrà tenere conto dell’obiettivo di raggiungere almeno il 25% delle superfici agricole europee al regime di produzione biologica, andando quindi a strutturare misure e/o strumenti atti al potenziamento dell’agricoltura biologica.

Com’è ormai noto la nuova Pac entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023. Per il periodo 2021-2022 è operativo il “regolamento transitorio” (Reg. 2020/2220), che stabilisce norme al fine di garantire la transizione tra i due periodi di programmazione 2014-2020 e 2021-2027.

Nel periodo transitorio 2021-2022, per quanto riguarda la politica di sviluppo rurale, è stata stabilita la proroga dei Psr 2014-2020 sino al 31 dicembre 2022.

Nella programmazione 2014-2020, l’agricoltura biologica è stata sostenuta dalla specifica Misura 11 dei Psr e dalle rispettive sottomisure (11.1 “conversione a pratiche e metodi biologici” e 11.2 “mantenimento a pratiche e metodi biologici”), che continueranno a rimanere in vigore per tutto il 2021-2022.

Il regolamento transitorio consente l’apertura di nuovi bandi per tutte le misure, tra cui l’agricoltura biologica, a partire dal 2021. Tuttavia impone un periodo più breve da 1 a 3 anni per i nuovi impegni di mantenimento, nonché la possibilità di proseguire gli impegni scaduti fino al 2022.

Le Regioni hanno diverse opzioni per finanziare l’agricoltura biologica nel periodo 2021-2022:

- aprire nuovi bandi e nuovi impegni di mantenimento (sottomisura 11.2) per un periodo più breve di 1-3 anni (anziché 5 anni);

- aprire nuovi bandi e nuovi impegni alla conversione all’agricoltura biologica (sottomisura 11.1) per un periodo più lungo di 3 anni;

- 5+1 per gli impegni scaduti, ossia prolungare gli impegni quinquennali appena scaduti, prorogando di un anno l’impegno e il relativo pagamento;

- 5+2 per gli impegni scaduti, ossia prolungare gli impegni quinquennali appena scaduti, prorogando di due anni l’impegno e il relativo pagamento.

La dotazione Next Generation Eu

La politica di sviluppo rurale 2021-2022 sarà interessata da una novità molto rilevante, in quanto verrà finanziata da due fonti diverse:

- la dotazione ordinaria dei Psr, derivante dal Qfp (Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027): per l’Italia, è pari a 3 miliardi di euro di quota Feasr che raggiunge 6 miliardi di euro con il cofinanziamento nazionale;

- le risorse aggiuntive del programma “Next Generation Eu (Ngeu)”, il pacchetto di ripresa dall’emergenza Covid-19, per l’Italia pari a 910,6 milioni di risorse Ue, senza cofinanziamento nazionale.

L’obiettivo di queste risorse aggiuntive è l’introduzione di cambiamenti strutturali nelle zone rurali, in linea con il Green deal europeo, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici e ambientali della “Strategia sulla Biodiversità” e della strategia “Farm to Fork”.

Le risorse addizionali Ngeu sono attribuite agli Stati membri con destinazione specifica e contabilizzate separatamente dalle risorse Feasr ordinarie con la seguente ripartizione (tab. 1):

- 8% delle risorse possono essere utilizzate da ciascuno Stato membro per il sostegno delle misure dei loro programmi di sviluppo rurale rispettando i requisiti minimi ambientali;

- 37% per interventi destinati alla transizione ecologica;

- 55% per interventi destinati all’innovazione e alla transizione digitale.

L’agricoltura biologica è inserita nelle possibilità di finanziamento della dotazione destinata alla transizione ecologica (tab. 1), in virtù del fatto che essa persegue gli obiettivi della strategia “Farm to Fork”.

Quindi, le Regioni possono aprire nuovi bandi per l’agricoltura biologica sia con le dotazioni ordinarie sia con le dotazioni aggiuntive Ngeu.

Il biologico negli ecoschemi

I pagamenti diretti della nuova Pac saranno sei: pagamento di base, eco-schemi, ridistributivo, giovani agricoltori, accoppiato, piccoli agricoltori.

La vera novità sono gli eco-schemi (regimi volontari per il clima e l’ambiente), il nuovo pagamento verde del primo pilastro della Pac. Essi verranno erogati tramite un premio annuale per ettaro, aggiuntivo al pagamento di base, agli agricoltori che si impegnano a osservare pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente (Commissione Ue 392/2018, art. 28).

Gli eco-schemi, assieme alla condizionalità del pagamento di base e agli impegni agro-climatico-ambientali del secondo pilastro, andranno a costituire l’architettura verde della nuova Pac.

Secondo la comunicazione pubblicata dalla Commissione Europea nel gennaio 2021 (List of potential agricultural practices that eco-schemes could support), il biologico risulta tra le pratiche potenzialmente finanziabili dagli eco-schemi (tab. 2). Ogni pratica viene poi declinata in “azioni” più specifiche.

Il biologico nel secondo pilastro

La nuova programmazione dello sviluppo rurale 2023-2027 prevede una significativa riduzione del numero di misure. Si passa, infatti, dalle attuali 20 misure e 66 sotto-misure previste nella programmazione 2014-2020, a 8 gruppi di Interventi previsti nella nuova programmazione 2021-2027 (fig. 2).

Tra le 8 tipologie di Interventi dello sviluppo rurale proposti per la nuova Pac 2023-2027 rientrano i pagamenti per Impegni ambientali, climatici e altri impegni in materia di gestione. Questo tipo di Intervento è obbligatorio per gli Stati membri. Non solo. Gli Stati membri dovranno destinare almeno il 30% delle risorse Feasr ad interventi relativi obiettivi climatici-ambientali. In questa tipologia rientra anche l’agricoltura biologica. Gli impegni per gli agricoltori sono assunti per un periodo da 5 a 7 anni.

L’agricoltura biologica, quindi, può essere finanziata sia negli eco-schemi sia negli impegni agro-climatico-ambientali del secondo pilastro o in entrambi. Questa è una vera novità, in quanto per la prima volta l’agricoltura biologica può trovare un sostegno anche nei pagamenti diretti del primo pilastro.

Strumenti di finanziamento per il bio

Ogni Stato membro potrà decidere quali pratiche finanziare nei propri eco-schemi, prendendo spunto dalla lista riportata in precedenza. È evidente come, visti anche gli obiettivi posti dalla strategia “Farm to Fork”, l’agricoltura biologica sarà una delle pratiche più gettonate per la costituzione degli eco-schemi.

Nulla però ancora è stato definito, perché dipende dalle scelte nazionali nell’ambito del Piano Strategico che ogni Stato membro dovrà scrivere entro il 31 dicembre 2021.

La nuova Pac permette diversi scenari sulla collocazione dell’agricoltura biologica:

- biologico negli eco-schemi (I pilastro);

- biologico a metà tra I e II pilastro;

- biologico che rimane nel II pilastro.

Nel primo scenario si registrerebbe, dunque, il completo passaggio del bio dal II al I pilastro. Il biologico verrebbe inserito negli eco-schemi e verosimilmente risulterebbe la pratica a cui destinare la maggior parte dei fondi dell’eco-schema stesso. In questo caso l’eco-schema premierebbe sia la fase di introduzione al biologico (conversione), sia la fase successiva di mantenimento.

Nel secondo scenario, l’agricoltura biologica verrebbe divisa tra I e II pilastro, inserendo la fase del mantenimento negli eco-schemi e lasciando la fase di conversione nel Psr o viceversa.

In questa prospettiva l’ingresso nella fase di conversione avverrebbe, come nella precedente programmazione, tramite accesso ai bandi Psr mentre il premio per il mantenimento si riceverebbe rispettando il metodo di produzione biologica.

Nel terzo scenario, il biologico verrebbe finanziato dagli impegni agro-climatico-ambientali, che raccoglieranno le misure a carattere ambientale dell’attuale programmazione di sviluppo rurale. Sostanzialmente si assisterebbe ad una conferma del vigente sistema di sostegno.

Articolo pubblicato sulla rubrica La Pac sotto la lente di Terra e Vita

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Anche da un punto di vista finanziario l’inserimento del biologico nel I o II pilastro è rilevante.

Se dovesse essere compreso nel I pilastro, assorbirebbe un importante fetta del budget a disposizione degli eco-schemi. Considerando il sostegno erogato all’agricoltura biologica tramite la misura 11, nel 2019 la spesa è stata in Italia di 444,6 milioni di euro circa. Se si dovesse mantenere l’attuale sostegno in relazione alla superficie, con una crescita al 25% delle superfici biologiche in Italia, la spesa salirebbe a circa 703,8 milioni di €, di cui 622,4 milioni di € per il mantenimento e 81,3 milioni di € per la conversione.

Oltre alle suddette misure di sostegno diretto, l’agricoltura biologica potrà beneficiare di altri importanti Interventi della nuova politica di sviluppo rurale come lo scambio di conoscenza e informazioni, nel nuovo sistema dell’Akis (Agricultural Knowledge Innovation Systems), che dovrà accrescere le conoscenze sulle pratiche agricole biologiche per aumentare produttività e sostenibilità.


Gli autori sono dell’Università di Perugia

Il biologico nella nuova Pac - Ultima modifica: 2021-05-21T09:48:37+02:00 da Roberta Ponci

1 commento

  1. Buongiorno,
    ma il fatto che l’agricoltura biologica non sia stata neanche menzionata nel PNRR, può incidere sull’assetto che prenderà il piano strategico nazionale?

    Grazie

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