Soia, la tracciabilità tradita del seme

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Una distesa di soia
In Italia il 30% della soia non è tracciata e si mischia con la soia regolarmente certificata, compromettendo le filiere agroalimentari del Made in Italy. Il 90% dei consumatori chiede trasparenza. L’analisi dell’indagine realizzata da Pepe Research per Assosementi è stata presentata oggi a Roma.

Il seme certificato è garanzia di qualità, sicurezza e tracciabilità. L’impiego di semi certificati porta vantaggi a tutta la filiera: alle colture stesse, ai produttori, all’industria alimentare che utilizza la materia prima e infine ai consumatori. Tuttavia, in Italia, primo produttore di soia a livello UE, non è possibile garantire la provenienza di circa il 30% della soia seminata.

Paolo Marchesini

«Per evitare questo fenomeno è sufficiente mettere in atto le misure necessarie già previste dalla legge. Da 50 anni abbiamo un sistema strutturato per garantire il consumatore, grazie a una legislazione molto avanzata. La certificazione, effettuata da organismo pubblico indipendente (Crea), garantisce produzioni di qualità e all’insegna della sostenibilità ambientale». Così, Paolo Marchesini, presidente sezione colture industriali di Assosementi, ha aperto il convegno romano “La tracciabilità tradita: il caso della soia”.

Il seme certificato è un investimento sul futuro

L’impiego di seme certificato consente di contribuire al sostegno della ricerca, l’unico strumento in grado di mettere a disposizione del sistema agroalimentare italiano varietà innovative che permettono di compiere notevoli progressi dal punto di vista produttivo, merceologico e tecnologico. Solo il seme certificato è pertanto un elemento imprescindibile per la competitività e lo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria alimentare.

«Istituzioni e filiera – ha incalzato Marchesini - diano vita a un percorso di trasparenza a tutela del principale ingrediente della dieta animale, alla base delle eccellenze agroalimentari del Made in Italy».

L’indagine di Pepe Research per Assosementi

Nel corso dell’incontro è stata presentata una ricerca (effettuata a livello nazionale su un campione di 800 intervistati 18-74 anni), realizzata a fine febbraio 2019 da Pepe Research per Assosementi, che ha dimostrato una precisa consapevolezza e conoscenza dei consumatori sul prodotto. Secondo l’indagine, presentata da Elena Salavi, il 91% degli italiani ritiene importante che la tracciabilità della produzione agroalimentare debba partire dal seme, l’83% dei consumatori presta attenzione all’origine degli alimenti, un terzo afferma di consumare soia abitualmente (soprattutto i più giovani dai 18 ai 34 anni) e il 97% dichiara di essere correttamente informato sul ruolo che riveste la soia nell’alimentazione animale. Ben il 96% concorda sul fatto che il controllo di tutti i passaggi produttivi garantisce una migliore qualità degli alimenti. Il 76% del campione crede, erroneamente, che la soia italiana sia Ogm.

«Chiediamo alla politica – ha proseguito Marchesini - di mettere in atto le misure necessarie per garantire l'applicazione della legge che obbliga il commercio di sementi certificate per la produzione di soia. Si tratta prima di tutto di una garanzia per i consumatori che sono i primi a ritenere che la completa tracciabilità debba partire dal seme, come rivela il sondaggio che abbiamo presentato oggi».

Filippo Gallinella

L’Onorevole Filippo Gallinella, all’invito di Marchesini, ha dichiarato «Per rispondere a questa domanda crescente da parte dei consumatori stiamo lavorando al fine di migliorare i contratti di filiera, la chiave per costruire un percorso che garantisca la totale trasparenza di tutto l’iter produttivo dell’agroalimentare italiano». Per quanto riguarda la sicurezza alimentare Gallinella ha fatto appello al miglioramento genetico «Gestire la genetica in modo intelligente ci permetterà di avere più qualità e disponibilità di prodotto per sfamare il crescente aumento della popolazione. E’ un lavoro politico a livello internazionale nel quale rientra anche il tema della sicurezza alimentare. La tecnologia è utile per puntare ad ottenere una gestione di filiera sicura e tracciata».

L’intervista a Paolo Marchesini Vedi Video

 

LA SOIA IN ITALIA – SCENARIO ECONOMICO

Nel 2018 le superfici coltivate a soia in Italia hanno riguardato 326.500 ettari, pari al 1,22% in più rispetto all’anno precedente.

Dal punto di vista della distribuzione geografica, la produzione è concentrata per il 78% nel Nord Est del paese e la rimanenza nel Nord Ovest, con quote minimali nel Centro Sud. Il Veneto produce poco più della metà (50,6%) di tutta la soia italiana, seguito dal Friuli Venezia-Giulia (17%). In Veneto si è registrata una crescita del 7% circa, in Friuli del 4% (Dati ISTAT).

L’Italia è il primo produttore di soia della Unione Europea. Nel 2018 la produzione del nostro paese ha fatto registrare una crescita arrivando a 1,13 milioni di tonnellate (+11,7% rispetto al 2017): le rese produttive sono salite da 3,1 a 3,4 tonnellate per ettaro (Dati ISTAT).

Nel 2017/2018 la quantità di soia importata in UE da paesi terzi è stata complessivamente di 14 milioni di tonnellate. L'Italia è stato il quarto paese europeo per importazione di soia, con una quota del 9% del totale importato in UE.

Per quanto riguarda i prezzi, l’andamento italiano è stato conforme a quello internazionale. Fino all’inizio dell’estate, i valori si sono mantenuti sui 380 euro a tonnellata, scendendo poi a 320 per risalire a 350 all’inizio dell’anno in corso (Elaborazione di Terra & Vita da fonte ISMEA).

Le superfici destinate alla moltiplicazione di sementi in Italia nel 2018 sono state 11.457 ettari, in calo del 3% rispetto al 2017 (Fonte Crea-DC).

Il seme certificato garantisce agli agricoltori una serie di importanti fattori competitivi:

  • certezza sull’origine
  • identità specifica e varietale
  • garanzia di germinabilità a norma di legge
  • assenza di semi di erbe infestanti, che limita l’impiego di diserbanti
  • selezione, pulizia e confezionamento dei semi in base alle esigenze delle diverse aziende

 

Soia, la tracciabilità tradita del seme - Ultima modifica: 2019-03-28T17:28:38+01:00 da Laura Saggio

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