AGRICOLTURA DI PRECISIONE

Mais, il drone e le mappe per dosare i mezzi tecnici

Le informazioni sul vigore vegetativo e sui quintali raccolti permettono di definire la futura strategia agronomica.

Si chiama Swinglet Cam, pesa circa mezzo chilo e può volare teleguidato dal computer fino a 700 metri di altezza per un raggio di un chilometro e mezzo. È il drone costruito dalla società Sensefly, già utilizzato nei vigneti della Toscana per realizzare le mappe di vigore dei vari appezzamenti e definire in anticipo la qualità delle uve che arriveranno in cantina, che per la prima volta nella scorsa annata è stato utilizzato sul mais.

«Con i satelliti come ad esempio Ikonos lanciato nel 1999 - dice Paolo Dosso di Terradat che ha fatto volare il drone nelle campagne del mantovano - si ottengono mappe di vigore con una risoluzione da 50 cm a 5 metri,mentre grazie al volo fotogrammetrico del drone, oltre al vantaggio della tempestività ed immediatezza di risultato, si realizzano mappe con una risoluzione di 5 cm quindi con un dettaglio estremo che arriva addirittura alle singole piante. Grazie al drone oltre alle mappe di vigore si possono creare anche le mappe di elevazione, cioè quotare la coltura punto per punto determinandone l'altezza per il calcolo della massa verde in campo e mappe della colorazione dei terreni direttamente correlabili alla loro composizione chimico-fisica». Siamo di fronte ad un ulteriore passo in avanti sulla strada della agricoltura di precisione, la nuova frontiera informatica che permette all'agricoltore di avere finalmente riscontri numerici, quindi assolutamente inconfutabili, sulla reale capacità produttiva dei suoi campi, per individuare con esattezza, e non più “ad occhio”, le aree più produttive e quelle meno produttive della sua azienda. L'obiettivo finale è capire i motivi che stanno dietro a rese in quintali così diverse, a volte anche a due cifre, e di porvi rimedio con un dosaggio mirato e variabile dei mezzi tecnici (semente, concimi, agrofarmaci, acqua).

Ragionare sui numeri per progredire ancora

 

Luciano Lanza, una cinquantina di ettari a mais a Roverbella (Mn) nella Corte Virginia, quest'anno ha seminato tutta la superficie con un nuovo schema di semina a quinconce (cioè con le piante sfalsate) con interfila a 45 cm, anziché i consueti 70-75 cm, e ha raggiunto una resa media di 201,5 q/ha (base 25 di umidità) che lascia stupefatti, considerando l'andamento meteorologico con un'estate africana. Ma da bravo agricoltore-innovatore che non vede mai fine ai progressi produttivi, ha voluto avere il riscontro delle mappe per capire dove si può migliorare. «Dobbiamo smetterla di ragionare solo in funzione della Pac - dice Lanza -. Le leve per aumentare rese e reddito aziendale sono solo nelle nostre mani e nella nostra capacità di progredire. Anche se la produzione della mia azienda è di tutto rispetto, sono convinto che posso ancora migliorarla, ma ho bisogno di dati, di numeri, di riscontri analitici per capire dove e come agire. La mappa di vigore realizzata dal drone, che è una istantanea dello stato vegetativo della coltura e la mappa di raccolta prodotta dalla mietitrebbia in lavoro, che fissa il risultato finale di un anno di lavoro, concordano perfettamente nell'individuazione delle aree meno produttive della mia azienda, che sono per lo più dislocate dove il terreno cambia di natura o di tessitura. Grazie alle mappe finalmente ho avuto piena conferma delle mie sensazioni. A questo punto è indispensabile procedere con le analisi chimico-fisiche e geopedologiche per individuare i fattori limitanti, quelli che impediscono alle piante di esprimersi al meglio del loro potenziale genetico. Dalla mappa di vigore inoltre ho avuto riscontro dei vantaggi che si ottengono, in termini di maggior benessere fisiologico della coltura, dal drenaggio sotterraneo che ho realizzato su una parte dell'azienda e che probabilmente dovrò estendere nei prossimi anni».

Correzioni di rotta già nel 2013

 

Sebastiano Pavan dell'università di Padova sta seguendo da vicino le applicazioni dell'agricoltura di precisione nell'azienda Lanza e disegna il percorso agronomico futuro. «Partendo dai riscontri mappali di questo primo anno e dai dati analitici che metteremo insieme nelle prossime settimane, si potranno applicare alcune correzioni già dalle prossime semine 2013 implementando le dosi variabili, sia per quanto riguarda l'investimento, cioè il numero di piante a metro quadro, sia per quanto riguarda la concimazione. Con circa 4000 euro si può trasformare la seminatrice aziendale in una macchina a rateo variabile che legge le prescrizioni che formuleremo sulla base alle mappe di vigore e di raccolta. Per il momento credo che si intensificherà il percorso agronomico nelle aree più produttive. Parallelamente dedicheremo 5 ettari della zona migliore dell'azienda ad un campo prova dove spingeremo al massimo tutti i fattori produttivi per individuare sia la potenzialità massima aziendale, sia i livelli di maggiore convenienza per quanto riguarda il rapporto costi/ricavi.

Quando volerà il drone nel 2013? «Dovremo fare più voli in momenti diversi, tra maggio e giugno - dice Lanza - e partiremo a inizio levata del mais, per avere maggiori informazioni per effettuare qualche ulteriore intervento in campo». Il costo del rilievo con il drone e della produzione delle mappe tematiche elaborate è attorno ai 90 euro/ha contro i 25-30 euro o anche meno delle mappe realizzate da satellite, ma offre una serie di ortofoto ad alta risoluzione e inoltre permette di conoscere all'istante lo stato vegetativo delle piante. Un dato che, soprattutto per una coltura come il frumento, può essere di grande utilità per mirare meglio gli interventi di concimazione in copertura o di difesa fungicida. 

 

Mais, il drone e le mappe per dosare i mezzi tecnici - Ultima modifica: 2013-04-03T12:53:36+02:00 da nova Agricoltura

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