«L’agrivoltaico è oggettivamente un’opportunità»

Il ministro Stefano Patuanelli
«La produzione di energia deve poter riguardare tutti i produttori primari, anche i più piccoli». E’ la posizione del ministro Stefano Patuanelli che puntualizza: «Non sono certo che si torni ai costi dell’energia pre-aumento, dobbiamo puntare sul risparmio»

«L’agrivoltaico è oggettivamente un’opportunità ed è evidente che c’è una possibilità di integrazione a livello aziendale tra la produzione primaria e la produzione energetica». Lo afferma il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli durante il convegno “Agrivoltaico sfide ed opportunità” organizzato presso la sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma.

Il rischio, avverte Patuanelli, «è che più che una diversificazione di reddito che consenta al settore primario di essere maggiormente produttivo ci sia una sostituzione di reddito».

«La complessità che ci troviamo ad affrontare è calare nelle aziende la produzione di energia elettrica da rinnovabili. La realtà aziendale è molto diversa e frammentata in Italia, ci sono poche grandi aziende e molte piccole aziende ognuna con realtà produttive differenti. Gestire questa situazione con un impianto normativo unico è molto complicato», dice il ministro, puntualizzando: «non sono poi così certo che si torni ai costi dell’energia pre-aumento. Credo che quindi questo sia il momento giusto per fare degli investimenti, a prescindere dal range di incentivi che mettiamo in campo legati al Pnrr».

L’agricoltura deve dare un contributo alla produzione di energia attraverso diversi strumenti. Il fotovoltaico è uno di questi strumenti ma va messo a sistema e dobbiamo ricordarci di trovare le giuste modalità di penetrazione verso il modello aziendale. La produzione di energia deve poter riguardare tutti i produttori primari, anche i più piccoli», sottolinea Patuanelli.

agrivoltaico
L'intervento del ministro Stefano Patuanelli

Agrivoltaico, autoconsumo limite da superare

«Se l’Europa continua a mettere i bastoni tra le ruote non andiamo da nessuna parte. L’autoconsumo è un obiettivo da perseguire e magari tutte le aziende potessero raggiungerlo. Aumentare la produzione è un’opportunità che l’Europa oggi non ci riconosce», conclude Patuanelli.

Incrementare autoconsumo e percorrere la strada della decarbonizzazione per i sistemi agroalimentari

Nicola Colonna, ricercatore biotecnologie e agroindustria di Enea, fa punto sull’importanza di incrementare la capacità delle imprese agricole di autoprodursi l’energia. Nell’intervista a Terra e Vita spiega difficoltà e opportunità e l’utilità di creare comunità energetiche con l'industria agroalimentare per una filiera a bassa impronta carbonica.

Perseguire la strada di una intensificazione sostenibile

Roberta Papili

Per Roberta Papili, responsabile clima ed energia Confagricoltura, «le risorse del Pnrr vanno verso la direzione di consentire all’azienda agricola di produrre energia fotovoltaica sui propri terreni e ci sono condizioni di favore. Il quadro normativo di riferimento deve essere completato tenendo presente una serie di elementi per consentire alle aziende agricole di ragionare sull’investimento verso le agroenergie».

«Guardiamo ad una implementazione nel breve, soprattutto dei decreti di attuazione del 199, come i nuovi regimi di incentivazione del fotovoltaico».

«Il tema - per Papili - è avere una intensificazione sostenibile, tutelare la produttività, perché i terreni non sono tutti uguali». E' dunque importante, spiega, evitare modelli rigidi di agrivoltaico, semplificare l’accesso agli incentivi per i piccoli investimenti aziendali, definire un incentivo coerente e pubblico, tutelare la produttività, disciplinare l’agrivoltaico nella Pac, definire entro breve un quadro complessivo del fotovoltaico nel settore agroforestale senza lasciare indietro nessuno.

Coinvolgere la ricerca scientifica

Il punto di Michele Pisante, università degli studi di Teramo, sulle opportunità dell’integrazione dell’agrivoltaico alle attività agricole. «Abbiamo la necessità di aumentare il grado di conoscenza di ricerca scientifica e anche il livello della formazione, sia per l’assistenza tecnica sia per poter individuare le aree vocate senza pregiudicare le attività agricole».

Agrivoltaico, «Gli agricoltori sono pronti»

Gisella Naturale

«Bisogna puntare sulle comunità energetiche, quindi riuscire a portare l'energia prodotta sui suoli agricoli alle comunità vicine, in modo da arrivare all'ambito ritorno economico per i territori», così la senatrice pentastellata Gisella Naturale che sottolinea come per l'agrivoltaico «gli agricoltori siano più che pronti, perché vedono un'integrazione al reddito non da poco».

"L'ostacolo - conclude Naturale - è rappresentato dalle lobby del gas e del fossile, che vedono nel fotovoltaico un concorrente non da poco. Confidiamo nell'impegno in sinergia tra tutti i partner, politici, ricercatori e tecnici per riuscire a trovare la soluzione migliore».

Agrivoltaico per «uscire dal secolo delle fonti fossili»

«Agrivoltaico vuol dire produrre elettricità a basso costo, accelerare uscita dal lungo e interminabile secolo delle fonti fossili, il tutto senza diminuire le coltivazioni, alcune delle quali anzi si giovano del parziale ombreggiamento», così il presidente della Commissione Industria del Senato, Gianni Girotto.

«L'agrivoltaico ci permette di unire due fattori come la produzione agricola e la produzione energetica - prosegue - . Il nostro focus, oltre a quello di avere prodotti di qualità, rafforzando l'autonomia alimentare, deve essere quello di ridurre il costo delle bollette che è ora insostenibile per tanti produttori, e aumentare l'indipendenza energetica»

Una possibilità commerciale in più

L’aumento degli investimenti in questo settore, incalza Girotto, «ci darà in futuro una possibilità commerciale in più, ovvero, quella di vendere prodotti e servizi in tutto il mondo. Africa e America Latina potrebbero essere tra i principali e potenziali acquirenti di queste tecnologie in fortissimo sviluppo mondiale».

Per questo, prosegue, «il Parlamento deve continuare a spingere Governo e Regioni a terminare la definizione delle aree idonee, necessarie per capire dove installare le rinnovabili.

Sulle comunità energetiche, Arera deve accelerare sulla consultazione pubblica necessaria al Mite per varare i decreti attuativi. Infine, per quanto riguarda i grandi progetti,  come possono essere quelli sull’agrivoltaico, è necessario che la commissione Valutazione impatto ambientale nazionale sia messa in condizione di operare efficacemente. Si rischia altrimenti di creare un collo di bottiglia importante, ossia avere progetti a disposizione sulle rinnovabili ma contemporaneamente avere una commissione che rallenti il tutto», conclude Girotto.

Verrascina: «Paradossale limitare gli incentivi all'agrisolare al solo autoconsumo» 

«In un contesto quale quello attuale, caratterizzato da un considerevole deficit energetico, e in un momento in cui si chiede alle aziende di lavorare con sempre maggiore determinazione per raggiungere i positivi e condivisibili obiettivi comunitari in materia di transizione energetica e decarbonizzazione, appare del tutto paradossale limitare la concessione di incentivi all’agrisolare al solo autoconsumo delle imprese, a maggior ragione in un Paese come l’Italia, caratterizzato da aziende agricole di medio-piccole dimensioni e con un consumo energetico quindi non elevato». Lo rimarca il presidente della Copagri Franco Verrascina a proposito dei contenuti del cosiddetto decreto Agrisolare, con cui vengono messi a disposizione delle aziende agricole 1,5 miliardi di euro a valere sui fondi del Pnrr.

«Incentivare il solo autoconsumo significa, in pratica, delegare il raggiungimento degli obiettivi legati alla riduzione della dipendenza dai carburanti fossili alla libera scelta delle aziende, che a queste condizioni potrebbero trovare poco conveniente la realizzazione di impianti fotovoltaici sugli edifici a uso produttivo, quali i tetti e le coperture di stalle, capannoni e altre strutture esistenti», ribadisce Verrascina.

«Superare il vincolo dell’autoconsumo, al contrario, oltre a dare ai produttori agricoli, in grande sofferenza di liquidità, importanti risposte in termini di multifunzionalità e di integrazione del reddito, con benefici a cascata sulla tutela dell’ambiente e sul contrasto allo spopolamento delle aree interne, significa ridurre i costi energetici, favorire l’implementazione delle energie rinnovabili e contribuire a creare filiere sempre più competitive, sostenibili, green e al passo con i tempi», conclude il presidente.

«L’agrivoltaico è oggettivamente un’opportunità» - Ultima modifica: 2022-07-11T20:36:50+02:00 da Laura Saggio

1 commento

  1. Queste misure attuali sull’agrivoltaico rischiano di non sortire l’effetto sperato nel mondo agricolo. Bene o male dal 2005 ad oggi molte realtà agricole e non hanno in parte realizzato impianti di autoproduzione per l’autoconsumo con evidenti vantaggi e questo va sicuramente bene. Però occorre solleticare l’iteresse e la propensione imprenditoriale dell’agricoltore che deve trovare nella produzione da FER altra sostanziale fonte di reddito per la propria attività. Per questo bisognerebbe rimettere in piedi il modello di incentivi basato sul 1° e 2° conto energia e superare il limite dall’auto consumo. Chi meglio dell’agricoltura può svolgere in modo naturale questo ruolo considerate le superfici tra tettoie e lastrici presenti in azienda?

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