Domanda

Mia moglie insieme a mia cognata ed alla loro madre (ex coltivatrice diretta ' pensionata) ha avuto in eredità alla morte del padre già coltivatore diretto, avvenuta nel 2012, alcuni terreni che hanno affittato a mezzo regolare contratto di affitto agrario a 5 anni a due fratelli, coltivatori diretti.
I terreni sono adiacenti la casa di civile abitazione che è attualmente occupata dalla madre pensionata.
Confinante con quest'abitazione vi è un edificio a suo tempo abitato da un cugino anch'egli deceduto al quale sono sopravvissute la moglie e due figlie (nessuna di loro è coltivatrice/agricoltrice e abitano in altro comune) ed ora è vuoto ed abbandonato da almeno 10 anni.
A fianco di quest'ultimo edificio vi è una strada rurale sulla quale mio suocero godeva della servitù di passaggio per le lavorazioni dei propri terreni, con l'obbligo per il proprietario di manutenzionarla onde permettere il passaggio dei carri, bestiame, macchine operatrici.
La strada è ora occupata da arbusti, erbacce, piante di bambù e benché sollecitate le proprietarie non hanno alcuna intenzione di provvederne al taglio e/o alla pulitura onde permetter il passaggio dei trattori dei due agricoltori cui abbiamo affittato il ns. terreno, (che avrebbero dovuto avere gli stessi diritti del mio defunto suocero), tant'è che questi ultimi affittuari, dotati di mezzi adeguati hanno aperto un nuovo varco a latere e trasversale alla strada già esistente che comunque ha danneggiato una ns. canaletta di scolo delle acque piovane.

Chiedo pertanto se alla luce di quanto esposto:
· Le proprietarie del terreno confinante (cugine) sono obbligate o meno in virtù delle vecchie servitù a rendere la strada percorribile, pur non essendo noi coltivatori diretti;
· Il diritto di passaggio (la servitù) si estingue dopo un periodo di eventuale inutilizzo e/o mancata comunicazione alla controparte o come avviene per l'usucapione, si estingue comunque dopo un ventennio.