Cia Puglia: «Altro che prezzi in aumento, quelli realmente saliti sono i costi di produzione!»

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Per Cia Puglia (nella foto il presidente regionale Raffaele Carrabba) l'aumento dei prezzi del grano duro e il rispetto dei prezzi concordati per il pomodoro da industria sono una "illusione ottica" perché non compensano il calo delle rese e l'aumento vertiginoso delle materie prime e dei trasporti
Mangimi, gasolio, bolletta energetica, trasporti e acqua hanno subito aumenti dal 25% al 50%. Per Cia puglia sono costi insostenibili, mentre i prezzi attuali di grano duro e pomodoro da industria sono solo una “illusione ottica”. Senza dimenticare le incognite per i comparti viticolo e olivicolo

C’è un gran parlare, in Puglia, fra gli agricoltori, sull’aumento “vertiginoso” del prezzo del grano duro e sul rispetto (finalmente!) da parte delle industrie di trasformazione dei prezzi fissati a inizio stagione per il pomodoro da industria. Per la loro novità e rarità rappresentano, a prima vista, quasi un “miracolo” rispetto alla storia agricola degli ultimi anni. Eppure, a guardare oltre l’apparenza, si scopre che, ancora una volta, non è tutto oro quello che luccica. È quanto sostiene Cia Puglia, secondo la quale da un lato l’aumento dei prezzi di materie prime e servizi, questo sì, rapido e insostenibile, sta annullando i benefici sul fronte dei prezzi, dall’altro lato sono, di fatto, numerosi i fattori di crisi negli altri comparti dell’agricoltura pugliese.

Raffaele Carrabba
Raffaele Carrabba

«Per gli agricoltori pugliesi i prezzi delle materie prime, come mangimi, gasolio, energia elettrica e acqua, e dei servizi, come i trasporti, sono aumentati dal 25% al 50% in 12 mesi – dichiara Raffaele Carrabba, presidente di Cia Agricoltori Italiani della Puglia –. Si tratta di un incremento di costi che, purtroppo, erode alla base gran parte della redditività sia per le aziende zootecniche, che in questo periodo sono le più penalizzate, sia per le imprese agricole più in generale».

Grano duro e pomodoro, per Cia Puglia prezzi illusori

Nelle ultime settimane le Borse merci di Bari e Foggia hanno registrato un consistente aumento dei prezzi riconosciuti ai produttori di grano duro, compreso quello biologico. Per il pomodoro da industria i prezzi fissati a inizio stagione sono stati rispettati dalle industrie di trasformazione.

Michele Ferrandino
Michele Ferrandino

«Ma gli uni e gli altri sono prezzi illusori – afferma Michele Ferrandino, presidente di Cia Capitanata –. Nell’uno e nell’altro caso i costi di produzione sono aumentati sia per gli incrementi dei prezzi delle materie prime sia a causa degli eventi atmosferici estremi che hanno caratterizzato tutto il ciclo produttivo dalla semina o dal trapianto fino alla raccolta. Gli aumenti rilevati sul prezzo del grano duro non compensano la minore resa produttiva dovuta alle gelate di aprile e alla siccità primaverile e comunque non giustificano di certo l’incremento dei prezzi al consumo dei prodotti da forno. Il pomodoro da industria forse più del grano duro ha subito danni ai trapianti e cali della resa quantitativa, prima per le gelate e dopo per la prolungata siccità, per cui, nonostante il rispetto dei prezzi concordati, gli agricoltori, anche a causa delle basse rese, ci hanno rimesso».

Materie prime a peso d’oro

 

Felice Ardito
Felice Ardito
Benedetto Accogli
Benedetto Accogli

 

 

 

 

«Fra i vari aumenti dei prezzi delle materie prime bisogna citare in primo luogo quelli dei mangimi, cresciuti in maniera vertiginosa», sottolinea Felice Ardito, presidente di Cia Levante. «Le aziende zootecniche hanno pagato a caro prezzo sia le ondate di freddo anomalo causate dalle gelate dei primi mesi dell’anno, sia le temperature di fuoco degli ultimi tre mesi, con costi di produzione che si sono impennati per il maggior consumo di energia elettrica e per il più elevato approvvigionamento idrico – aggiunge, presidente di Cia Salento –. Dopo lo stop dovuto alla pandemia, si sono verificati una vera e propria impennata dei costi energetici e della plastica, un aumento considerevole dei prezzi per i trasporti, una difficoltà crescente per reperire manodopera».

Gasolio e bolletta energetica

Da settembre 2020 ad oggi, il prezzo del gasolio è aumentato del 25%, prosegue Carrabba. «Nello stesso periodo, tuttavia, i produttori hanno dovuto impiegare quantità crescenti di gasolio per fare fronte a una lunga serie di emergenze dovute a calamità ed eventi atmosferici avversi. Sono aumentati anche i prezzi delle attrezzature e quelli dell’energia elettrica (+25% negli ultimi 12 mesi). Si tratta di difficoltà che le aziende zootecniche e quelle agricole stanno affrontando da mesi e che hanno riguardato tutti i comparti del settore primario, compreso quello ortofrutticolo.

Ora la questione sta interessando direttamente le prime vendemmie e, tra qualche settimana, investirà anche il comparto olivicolo. Per quanto riguarda il comparto vitivinicolo, la resa quantitativa secondo i primi campioni è destinata a essere inferiore del 15-20% rispetto allo scorso anno, a causa delle gelate di aprile, anche se con una qualità eccellente».

È necessario, aggiunge Carrabba, che «l’agenda politica venga riaggiornata con programmazione e interventi alla luce di questo “shock dei prezzi” di lunga durata che minaccia di avere effetti negativi anche sul lungo periodo per le imprese agricole e gli allevamenti. Rischiamo di perdere aziende costrette a vendere o a chiudere, con il conseguente impoverimento del nostro tessuto economico e la scomparsa di migliaia di posti di lavoro».

Cia Puglia: «Altro che prezzi in aumento, quelli realmente saliti sono i costi di produzione!» - Ultima modifica: 2021-09-01T11:22:26+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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