Domanda
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Un terreno con superficie catastale di 2,82 ettari per cui è stato redatto un contratto preliminare stabilendo un corrispettivo a misura, sulla base del rilievo risulta esteso 3,09 ettari. La differenza è da imputare ad una porzione del terreno che secondo la mappa catastale appartiene all'alveo di un piccolo fiume, mentre nella realtà viene coltivato da almeno trent'anni. Il fiume risulta, dalle mappe catastali, largo 65 metri mentre concretamente non si estende più di 7 metri. Nell'area non è stato eseguito nessun intervento artificiale e possibilmente il problema è dovuto a un errore di rilevamento da parte del catasto. L'acqua del fiume non supera i confini dell'alveo effettivo nelle piene e durante la stagione estiva secca. La suddetta area assegnata dalle mappe catastali al corso d'acqua non riporta nessun numero di particella. Per la determinazione del compenso da stabilire per l'atto di vendita, si deve prendere a riferimento la superficie catastale o quella effettiva?
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