Domanda
Vi porgo un quesito circa la comproprietà di un lotto di terreno agricolo, non prima però averVi messo al corrente della situazione in cui mi ritrovo.
Nel 1977 mio padre coltivatore diretto viene a mancare e lascia in eredità a mia madre e ad altri 4 fratelli oltre a me (denominati con le seguenti lettere in ordine di nascita A, B, C, D, E) un lotto di terreno, io sono l’ultimo dei fratelli, (denominato E), il più piccolo.
Viene fatta regolare successione, ed una estromissione di uno dei fratelli, (C) che continua comunque a coltivare il terreno in società con altro fratello (B), faccio presente che B è pensionato perchè inabile per motivi di salute (ipovedente), C, è il gestore della società così formata, perchè appunto iscritto ai coltivatori diretti, mentre B solo coadiuvante, nel 1995 la sorella D viene a mancare, lei sposata con una figlia di 5 anni, infermiera proff, marito occupato con partita iva, si fanno le pratiche del caso e si continua a coltivare il terreno ancora indiviso, nel 1997 l’azienda condotta da C e B si scioglie e C, senza nessun contratto scritto continua ad usare per sè tutto l’appezzamento di terreno fino a quando nel 2005 non riuscendo più ad incamerare utili trova impiego in una ditta del paese, continua però a coltivare il terreno e credo ancora iscritto all’associazione coltivatori diretti (credo), fatto sta che il cognato (marito di D quindi nostro coerede) chiede di avere parte degli introiti dell’appezzamento che C gestisce, C, fà una prima offerta sulle quote per poter acquisire la parte di D. Come spesso accade in questi casi non se ne viene a capo, perchè il cognato (da ora denominato D) chiede un esborso troppo oneroso per le sue quote, quindi non se ne fa nulla, il mio fratello C continua a lavorare il terreno fino a quando l’anno scorso rinuncia alla quota PAC di D (comunque in possesso di C) perchè appunto non vuole scontrarsi con D.
Ora vengono le dolenti note in tutti i sensi ed anche il motivo del mio quesito, il 22 Gennaio 2012 mio fratello C di anni 62 ci lascia per un male incurabile, ora tutto il terreno (salvo quello di C che come ho detto all’inizio è stato estromesso e và agli eredi moglie e due figli), io (E) lo vorrei in accordo con i fratelli A e B cederlo in affitto per quest’anno ad un signorotto del paese ma quando chiedo appunto al mio cognato D il permesso per tale pratica ricevo come risposta un NO secco ed ecco appunto la domanda: può D non permettermi di affittare il terreno?
Posso io (E) fare un documento con A e B che mi cedano senza passare per un notaio la disponibilità delle loro quote? divenendo quindi le nostre -quote di maggioranza - per possibili sviluppi a nostro vantaggio, per esempio in caso di divisione avere la possibilità di prima scelta sui lotti,? ed ancora può mio cognato D chiedere a noi A,B,E ed eredi di C un risarcimento per gli anni che C ha lavorato e quindi introitato senza un consenso scritto? Io (E) ho risposto che sono nella stessa condizione (quella di A. B, D) e quindi non può chiedere a me (o ad A o B) questo onere, perchè credo che mio fratello C avesse lui piena disponibilità del terreno e che il cognato (D) NON ha mai fatto per iscritto richiesta di avere diritti sui terreni nè tanto meno verbale, come posso venirne a capo?. Scusate c’è da diventare matti, credo mi ci voglia un legale, chiedo a Voi un consiglio perchè comunque mi spiaceva non poter coltivare e lasciare il terreno incolto, sarebbe un peccato mortale, per tutto quello che i nostri genitori e C hanno fatto per quel pezzo di terra, quindi Vi chiedo un parere in tempi stretti...
Un sentito ringraziamento per quanto mi suggerirete.
Questo contenuto è riservato agli abbonati alle riviste Edagricole. Abbonati
Sei abbonato a Terra e Vita o ad una delle altre riviste Edagricole e hai già effettuato l’accesso al sito?
Fai login per accedere a questo articolo e a tutti i contenuti a te riservati.
Sei abbonato ad una delle riviste Edagricole ma non hai mai effettuato l’accesso al sito?
Registrati qui con la stessa e-mail utilizzata per la sottoscrizione del tuo abbonamento.
Entro 24 ore verrai abilitato automaticamente alla consultazione dell’articolo e di tutti i contenuti riservati agli abbonati.
Per qualsiasi problema scrivi a abbonamenti@newbusinessmedia.it
<p style="text-align: justify;">Vi porgo un quesito circa la comproprietà di un lotto di terreno agricolo, non prima però averVi messo al corrente della situazione in cui mi ritrovo. <br />Nel 1977 mio padre coltivatore diretto viene a mancare e lascia in eredità a mia madre e ad altri 4 fratelli oltre a me (denominati con le seguenti lettere in ordine di nascita A, B, C, D, E) un lotto di terreno, io sono l’ultimo dei fratelli, (denominato E), il più piccolo. <br />Viene fatta regolare successione, ed una estromissione di uno dei fratelli, (C) che continua comunque a coltivare il terreno in società con altro fratello (B), faccio presente che B è pensionato perchè inabile per motivi di salute (ipovedente), C, è il gestore della società così formata, perchè appunto iscritto ai coltivatori diretti, mentre B solo coadiuvante, nel 1995 la sorella D viene a mancare, lei sposata con una figlia di 5 anni, infermiera proff, marito occupato con partita iva, si fanno le pratiche del caso e si continua a coltivare il terreno ancora indiviso, nel 1997 l’azienda condotta da C e B si scioglie e C, senza nessun contratto scritto continua ad usare per sè tutto l’appezzamento di terreno fino a quando nel 2005 non riuscendo più ad incamerare utili trova impiego in una ditta del paese, continua però a coltivare il terreno e credo ancora iscritto all’associazione coltivatori diretti (credo), fatto sta che il cognato (marito di D quindi nostro coerede) chiede di avere parte degli introiti dell’appezzamento che C gestisce, C, fà una prima offerta sulle quote per poter acquisire la parte di D. Come spesso accade in questi casi non se ne viene a capo, perchè il cognato (da ora denominato D) chiede un esborso troppo oneroso per le sue quote, quindi non se ne fa nulla, il mio fratello C continua a lavorare il terreno fino a quando l’anno scorso rinuncia alla quota PAC di D (comunque in possesso di C) perchè appunto non vuole scontrarsi con D. <br />Ora vengono le dolenti note in tutti i sensi ed anche il motivo del mio quesito, il 22 Gennaio 2012 mio fratello C di anni 62 ci lascia per un male incurabile, ora tutto il terreno (salvo quello di C che come ho detto all’inizio è stato estromesso e và agli eredi moglie e due figli), io (E) lo vorrei in accordo con i fratelli A e B cederlo in affitto per quest’anno ad un signorotto del paese ma quando chiedo appunto al mio cognato D il permesso per tale pratica ricevo come risposta un NO secco ed ecco appunto la domanda: può D non permettermi di affittare il terreno? <br />Posso io (E) fare un documento con A e B che mi cedano senza passare per un notaio la disponibilità delle loro quote? divenendo quindi le nostre -quote di maggioranza – per possibili sviluppi a nostro vantaggio, per esempio in caso di divisione avere la possibilità di prima scelta sui lotti,? ed ancora può mio cognato D chiedere a noi A,B,E ed eredi di C un risarcimento per gli anni che C ha lavorato e quindi introitato senza un consenso scritto? Io (E) ho risposto che sono nella stessa condizione (quella di A. B, D) e quindi non può chiedere a me (o ad A o B) questo onere, perchè credo che mio fratello C avesse lui piena disponibilità del terreno e che il cognato (D) NON ha mai fatto per iscritto richiesta di avere diritti sui terreni nè tanto meno verbale, come posso venirne a capo?. Scusate c’è da diventare matti, credo mi ci voglia un legale, chiedo a Voi un consiglio perchè comunque mi spiaceva non poter coltivare e lasciare il terreno incolto, sarebbe un peccato mortale, per tutto quello che i nostri genitori e C hanno fatto per quel pezzo di terra, quindi Vi chiedo un parere in tempi stretti… <br />Un sentito ringraziamento per quanto mi suggerirete.</p>