Domanda
Sono un coltivatore diretto, nel gennaio 2007 feci domanda di risarcimento danni causati da fauna selvatica alle produzioni agricole, art. 34 legge regionale 7/95, regolamento provinciale approvato con deliberazione di c.p. n. 132/2004 e 51/2005.
Il danno fu causato ad un appezzamento di carote da seme trapiantate a macchina, dove queste vennero estratte dal terreno e la coltura ne rimase compromessa. Nei tempi previsti, venne il perito incaricato dalla provincia; sul momento disse di non essere in grado di valutare con certezza la causa del danno e che probabilmente sarebbe ritornato.
Non avendo avuto più notizie, feci fare una perizia da un perito di mia conoscenza. Contemporaneamente allegavo alla richiesta la testimonianza del vicino e del tecnico che seguiva la coltura, che avevano visto cornacchie e fagiani sulla coltura.
Dopo qualche mese scoprii che il perito della provincia aveva consegnato la sua perizia con valutazione sul danno negativa per me, senza confrontarsi con il mio.
Visto che la mia identificava il danno da animali selvatici, confortata da testimonianze e foto, che evidenziano il fatto per il quale lungo la strada non manchino piantine rispetto al fondovalle. Oggi ancora di più, visto che la mia perizia valutava un danno dell’80%, l’altra del 100% avendo distrutto la coltura, raccolsi il 25% di prodotto.
La commissione provinciale ha rigettato per due volte la mia richiesta. A questo punto in base ai documenti che ho in mano, che possibilità ho di far valere le mie ragioni senza andare per vie legali?
Altrimenti che strada mi consiglia? Qualcuno mi ha suggerito un arbitrato!
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<p>Sono un coltivatore diretto, nel gennaio 2007 feci domanda di risarcimento danni causati da fauna selvatica alle produzioni agricole, art. 34 legge regionale 7/95, regolamento provinciale approvato con deliberazione di c.p. n. 132/2004 e 51/2005.<br /><br />Il danno fu causato ad un appezzamento di carote da seme trapiantate a macchina, dove queste vennero estratte dal terreno e la coltura ne rimase compromessa. Nei tempi previsti, venne il perito incaricato dalla provincia; sul momento disse di non essere in grado di valutare con certezza la causa del danno e che probabilmente sarebbe ritornato. <br /><br />Non avendo avuto più notizie, feci fare una perizia da un perito di mia conoscenza. Contemporaneamente allegavo alla richiesta la testimonianza del vicino e del tecnico che seguiva la coltura, che avevano visto cornacchie e fagiani sulla coltura.<br /><br />Dopo qualche mese scoprii che il perito della provincia aveva consegnato la sua perizia con valutazione sul danno negativa per me, senza confrontarsi con il mio.<br /><br />Visto che la mia identificava il danno da animali selvatici, confortata da testimonianze e foto, che evidenziano il fatto per il quale lungo la strada non manchino piantine rispetto al fondovalle. Oggi ancora di più, visto che la mia perizia valutava un danno dell’80%, l’altra del 100% avendo distrutto la coltura, raccolsi il 25% di prodotto.<br /><br />La commissione provinciale ha rigettato per due volte la mia richiesta. A questo punto in base ai documenti che ho in mano, che possibilità ho di far valere le mie ragioni senza andare per vie legali?<br /><br />Altrimenti che strada mi consiglia? Qualcuno mi ha suggerito un arbitrato!</p>