Domanda

Vorrei porvi un quesito riguardo a una causa di divisione.
Sono un coltivatore diretto iscritto all’Inps dal 1962.
Mio nonno nel 1933, deceduto nel 1944, acquistò dal Principe di Torlonia circa 70 ha di terreni. Successivamente, nel 1946, i figli hanno diviso il terreno in parti uguali. Nel 1982 mio padre, con atto di donazione, ha dato a noi cinque figli, due maschi e tre femmine, circa 15 ha di terreno.
A me e mio fratello, che siamo rimasti a lavorare nella sua azienda agricola, ha riconosciuto il lavoro prestato come scritto nell’atto di donazione.
Io, mio fratello e un’altra sorella abbiamo accettato; le altre due non hanno accettato 2 ha di terreno cadauna.
Successivamente la sorella che aveva accettato mi ha venduto la sua parte di terreno.
Nel 1997 mio padre è deceduto e una delle sorelle ha impugnato l’atto con ricorso al tribunale di Velletri che ha riconosciuto esito favorevole a me. Successivamente mia sorella è andata in appello e le hanno dato ragione.
Nel frattempo ho fatto ricorso in Cassazione in base alla sentenza della Corte di Appello la quale diceva che dovevamo dargli, io e mio fratello, 37mila euro ciascuno a seguito di un atto di pignoramento su fabbricati e terreni miei e di mio fratello. In sostanza io e mio fratello dovremmo dare la differenza di quello che avevamo preso in più rispetto alle due sorelle che all’inizio non hanno accettato, mentre i 4 ha che all’inizio le due sorelle non hanno accettato andrebbero ridivisi tra tutti e cinque i fratelli.
Ho fatto ricorso dicendo che il terreno è gravato da diversi vincoli come quello paesaggistico e di uso civico e che si trova nel Parco Regionale dei Castelli Romani, come constatato tra l’altro dal perito del tribunale.
Il tribunale mi risponde che l’uso civico non determina demanialità perché affrancabile. Vorrei dunque un parere dai vostri esperti.
Allego la copia dell’atto di donazione, la relazione tecnica e della destinazione d’uso dei terreni e il foglio che dichiara gli usi civici, in cui si evidenzia che il Comune di Velletri ha perso la sentenza in cui chiedeva la liquidazione degli usi civici e ha dovuto pagare le relativi spese.