Domanda
Mio padre ha 64 anni e pensionato Inps dal 2005; attualmente segue l'azienda agricola di famiglia - prima titolare era mio nonno, defunto - di circa 24 ha di terreno in zona agricola producendo un fatturato annuo di circa 18.000 euro, titolare di p. Iva ed iscritto alla Ccia con la qualifica di impresa agricola ed in possesso della qualifica di IATP prevista dall'art. 12 della legge 153/75 rilasciato dalla Provincia dall'anno da cui è in pensione; non paga i contributi Inps perchè l'Associazione agricola non glielo ha mai suggerito.
Preciso che i lavori principali nei campi, con i mezzi meccanici agricoli, li eseguo io nei ritagli di tempo (sono dipendente di un'azienda e regolarmente iscritto all'Inps) - essendo zona di pianura e coltivando cereali c'è poco lavoro manuale e lo stesso eseguito con discreta attrezzatura meccanica ed in parte da contoterzisti - .
Gradirei gentilmente sapere se fiscalmente mio padre è tenuto ad iscriversi all'Inps o se conviene che chieda l'iscrizione io quale titolare - figlio unico - dell'azienda agricola anche se il datore di lavoro (azienda di servizi di settore diverso dall'agricolo) non vede di buon occhio che i dipendenti siano titolari di p. Iva; ad un mio conoscente - nella stessa mia situazione - pare che l'Inps abbia rifiutato l'iscrizione.
Preciso che in base alla tabella, si superano le 104 giornate lavorative e, circa il reddito, il fatturato agricolo aziendale è leggermente superiore alla metà più uno del reddito complessivo di papà.
Se assumessi io la titolarità aziendale mediante affitto o comodato, potrei usufruire dei contributi Pac?
Questo contenuto è riservato agli abbonati alle riviste Edagricole. Abbonati
Sei abbonato a Terra e Vita o ad una delle altre riviste Edagricole e hai già effettuato l’accesso al sito?
Fai login per accedere a questo articolo e a tutti i contenuti a te riservati.
Sei abbonato ad una delle riviste Edagricole ma non hai mai effettuato l’accesso al sito?
Registrati qui con la stessa e-mail utilizzata per la sottoscrizione del tuo abbonamento.
Entro 24 ore verrai abilitato automaticamente alla consultazione dell’articolo e di tutti i contenuti riservati agli abbonati.
Per qualsiasi problema scrivi a abbonamenti@newbusinessmedia.it
<p>Mio padre ha 64 anni e pensionato Inps dal 2005; attualmente segue l'azienda agricola di famiglia – prima titolare era mio nonno, defunto – di circa 24 ha di terreno in zona agricola producendo un fatturato annuo di circa 18.000 euro, titolare di p. Iva ed iscritto alla Ccia con la qualifica di impresa agricola ed in possesso della qualifica di IATP prevista dall'art. 12 della legge 153/75 rilasciato dalla Provincia dall'anno da cui è in pensione; non paga i contributi Inps perchè l'Associazione agricola non glielo ha mai suggerito.<br />Preciso che i lavori principali nei campi, con i mezzi meccanici agricoli, li eseguo io nei ritagli di tempo (sono dipendente di un'azienda e regolarmente iscritto all'Inps) – essendo zona di pianura e coltivando cereali c'è poco lavoro manuale e lo stesso eseguito con discreta attrezzatura meccanica ed in parte da contoterzisti – .<br />Gradirei gentilmente sapere se fiscalmente mio padre è tenuto ad iscriversi all'Inps o se conviene che chieda l'iscrizione io quale titolare – figlio unico – dell'azienda agricola anche se il datore di lavoro (azienda di servizi di settore diverso dall'agricolo) non vede di buon occhio che i dipendenti siano titolari di p. Iva; ad un mio conoscente – nella stessa mia situazione – pare che l'Inps abbia rifiutato l'iscrizione.<br />Preciso che in base alla tabella, si superano le 104 giornate lavorative e, circa il reddito, il fatturato agricolo aziendale è leggermente superiore alla metà più uno del reddito complessivo di papà.<br />Se assumessi io la titolarità aziendale mediante affitto o comodato, potrei usufruire dei contributi Pac?</p>