Domanda

Mia madre possiede 15 ha che ha avuto in eredità nel 2014 da uno zio. Dato che nessuno di noi è coltivatore diretto e che non abitiamo nel paese in cui si trova la terra ma a 60 km di distanza, stavamo appunto pensando di vendere.
Questi ettari sono affittati ad una coppia di fratelli, coltivatori diretti in pensione, a cui abbiamo fatto l’offerta di vendita e a cui abbiamo chiesto lumi sul contratto dato che l’intestatario del contratto, cioè mio zio, era mancato. A tale richiesta i coltivatori son stati molto vaghi e in pratica non ci hanno dato né il contratto né chiarimenti.
Scartabellando in casa abbiamo trovato un contratto risalente al 1985, firmato dai 2 coltivatori diretti e da mio zio, su cui era riportata la durata di 3 anni rinno- vabili e il pagamento di 400 quintali come affitto (ma ne vengono effettivamente pagati 130 e a questo punto non si sa perché). Ora la questione è: che validità ha questo contratto? È possibile che rientri tra quelli non registrati dato che non ci sono timbri di associazioni? Qualora trovassimo un coltivatore interessato alla nostra terra che diritti avrebbero questi 2 agricoltori oltre la prelazione? Potreb- bero bloccarci la vendita anche se non sono interessati all’acquisto solo per poter continuare a usarla? Questi due signori hanno velatamente fatto capire che pre- tendono un pagamento per lasciare libera la terra. È normale ciò?