Domanda
Sono un agronomo che svolge la libera professione, regolarmente iscritto all’ordine di competenza ed alla cassa previdenziale (Epap). Da circa 3 anni sono titolare di un’azienda agricola come Iap, con relativa attestazione degli uffici regionali preposti. Oltre ai salariati stagionali (secondo le esigenze aziendali, con regolare contratto ed iscrizione Inps) in azienda lavora costantemente mia moglie.
L’Inps di Savona ha respinto la mia domanda d’iscrizione all’ente previdenziale adducendo l’impossibilità di verificare la sussistenza dei requisiti (zona svantaggiata almeno 25% tempo di lavoro, 25% reddito dall’attività agricola): al riguardo non mi è stata mai indicata alcuna norma e/o circolare che impedisca l’iscrizione dell’agronomo in possesso dei requisiti, quale Iap. Ho certezza che in altre regioni (Inps Torino) situazioni identiche alla mia sono state trattate rapidamente con la regolare iscrizione. Tutto sommato la questione non ha alcuna conseguenza sull’azienda.
Ben diverso il discorso di mia moglie. Ad oggi ella è priva di qualsiasi iscrizione ad enti previdenziali. L’Inps rifiuta l’iscrizione come dipendente o coadiuvante dell’azienda agricola e l’unico suggerimento avanzato dall’ente è stato quello o di creare una società agricola inserendola come socio oppure creare un’altra azienda agricola a sé stante a lei intestata. Tali soluzioni risultano per me impercorribili per la quantità di problemi e i costi conseguenti. Paradossalmente fossi semplicemente convivente oppure divorziassi non ci sarebbero problemi!
Chiedo allora:
1. Può un agronomo libero professionista, in presenza dei requisiti necessari essere iscritto all’Inps come Iap?
2. Il coniuge che lavora effettivamente in azienda come può essere iscritto alla gestione previdenziale e dunque in regola?
3. In caso di controllo da parte dell’Ispettorato provinciale del lavoro come può essere giustificata la posizione del coniuge? Quali sono i rischi e le sanzioni?
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<p>Sono un agronomo che svolge la libera professione, regolarmente iscritto all’ordine di competenza ed alla cassa previdenziale (Epap). Da circa 3 anni sono titolare di un’azienda agricola come Iap, con relativa attestazione degli uffici regionali preposti. Oltre ai salariati stagionali (secondo le esigenze aziendali, con regolare contratto ed iscrizione Inps) in azienda lavora costantemente mia moglie.<br /><br />L’Inps di Savona ha respinto la mia domanda d’iscrizione all’ente previdenziale adducendo l’impossibilità di verificare la sussistenza dei requisiti (zona svantaggiata almeno 25% tempo di lavoro, 25% reddito dall’attività agricola): al riguardo non mi è stata mai indicata alcuna norma e/o circolare che impedisca l’iscrizione dell’agronomo in possesso dei requisiti, quale Iap. Ho certezza che in altre regioni (Inps Torino) situazioni identiche alla mia sono state trattate rapidamente con la regolare iscrizione. Tutto sommato la questione non ha alcuna conseguenza sull’azienda.<br /><br />Ben diverso il discorso di mia moglie. Ad oggi ella è priva di qualsiasi iscrizione ad enti previdenziali. L’Inps rifiuta l’iscrizione come dipendente o coadiuvante dell’azienda agricola e l’unico suggerimento avanzato dall’ente è stato quello o di creare una società agricola inserendola come socio oppure creare un’altra azienda agricola a sé stante a lei intestata. Tali soluzioni risultano per me impercorribili per la quantità di problemi e i costi conseguenti. Paradossalmente fossi semplicemente convivente oppure divorziassi non ci sarebbero problemi! <br /><br />Chiedo allora:<br />1. Può un agronomo libero professionista, in presenza dei requisiti necessari essere iscritto all’Inps come Iap?<br />2. Il coniuge che lavora effettivamente in azienda come può essere iscritto alla gestione previdenziale e dunque in regola?<br />3. In caso di controllo da parte dell’Ispettorato provinciale del lavoro come può essere giustificata la posizione del coniuge? Quali sono i rischi e le sanzioni?</p>