Domanda
Nel 1988 mio padre, coltivatore diretto, prende in affitto dei terreni da una signora con contratto verbale. Nel 1992, la signora vedendo che mio padre con l'aiuto di noi figli lavora il suo terreno in modo appropriato e rispetta sempre i pagamenti del canone, ci presenta la sorella che a suo dire, gestisce dei terreni del fratello che vive in Venezuela.
Questa signora e sua figlia attraverso uno scritto ci danno da lavorare quel terreno in affitto per due anni e nei seguenti con un accordo verbale.
Nel 2005, ci arriva una raccomandata dagli eredi del venezuelano che vogliono vendere il terreno e vogliono sapere a che titolo noi lo stiamo coltivando.
Rispondiamo facendo sapere che l'abbiamo avuto in affitto dalla sorella e dalla nipote del defunto e alleghiamo tutti i documenti che lo provano: scritto del 1992 e relative matrici degli assegni con cui veniva pagato l'affitto fino al 2005 ( su alcune di queste per ricevuta c'era anche la firma della figlia della signora).
Dopo uno scambio di mail tra noi e l'avvocato degli eredi, (in una di queste viene detto che loro riconoscono i nostri diritti e vorrebbero raggiungere un accordo con noi per la vendita del fondo) abbiamo un incontro con lo stesso e il titolare dell'agenzia immobiliare che ha la delega alla vendita del terreno. In questo incontro ci viene fatta verbalmente un'offerta che noi ci riserviamo di valutare e restiamo d'accordo che ci saremmo sentiti prima che il fondo fosse venduto.
Nel Marzo del 2006 veniamo a sapere che un mese prima il fondo è stato acquistato da delle persone che si sono fatte fare la procura a vendere e che comunque dopo aver acquistato sono venute a dirci di proseguire nella lavorazione del fondo come facevamo prima. Saputo ciò ci siamo rivolti a un avvocato e abbiamo fatto valere la prelazione con riscatto.
La sentenza del giudice però da ragione ai nuovi proprietari perchè secondo lui il fondo non ci è stato dato in affitto dai veri proprietari (i venezuelani) e ci condanna al pagamento delle spese processuali e a 20.000 euro di danni oltre alla restituzione dei diritti pac maturati su quel terreno.
Possiamo ricorrere in appello o non ne vale la pena ?
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<p>Nel 1988 mio padre, coltivatore diretto, prende in affitto dei terreni da una signora con contratto verbale. Nel 1992, la signora vedendo che mio padre con l'aiuto di noi figli lavora il suo terreno in modo appropriato e rispetta sempre i pagamenti del canone, ci presenta la sorella che a suo dire, gestisce dei terreni del fratello che vive in Venezuela.<br /><br />Questa signora e sua figlia attraverso uno scritto ci danno da lavorare quel terreno in affitto per due anni e nei seguenti con un accordo verbale.<br /><br />Nel 2005, ci arriva una raccomandata dagli eredi del venezuelano che vogliono vendere il terreno e vogliono sapere a che titolo noi lo stiamo coltivando.<br /><br />Rispondiamo facendo sapere che l'abbiamo avuto in affitto dalla sorella e dalla nipote del defunto e alleghiamo tutti i documenti che lo provano: scritto del 1992 e relative matrici degli assegni con cui veniva pagato l'affitto fino al 2005 ( su alcune di queste per ricevuta c'era anche la firma della figlia della signora).<br /><br />Dopo uno scambio di mail tra noi e l'avvocato degli eredi, (in una di queste viene detto che loro riconoscono i nostri diritti e vorrebbero raggiungere un accordo con noi per la vendita del fondo) abbiamo un incontro con lo stesso e il titolare dell'agenzia immobiliare che ha la delega alla vendita del terreno. In questo incontro ci viene fatta verbalmente un'offerta che noi ci riserviamo di valutare e restiamo d'accordo che ci saremmo sentiti prima che il fondo fosse venduto.<br /><br />Nel Marzo del 2006 veniamo a sapere che un mese prima il fondo è stato acquistato da delle persone che si sono fatte fare la procura a vendere e che comunque dopo aver acquistato sono venute a dirci di proseguire nella lavorazione del fondo come facevamo prima. Saputo ciò ci siamo rivolti a un avvocato e abbiamo fatto valere la prelazione con riscatto.<br /><br />La sentenza del giudice però da ragione ai nuovi proprietari perchè secondo lui il fondo non ci è stato dato in affitto dai veri proprietari (i venezuelani) e ci condanna al pagamento delle spese processuali e a 20.000 euro di danni oltre alla restituzione dei diritti pac maturati su quel terreno.<br /><br />Possiamo ricorrere in appello o non ne vale la pena ?</p>