Domanda
Se in sede di vendita di un terreno agricolo il proprietario si riserva una parte di esso sul confine con il vicino coltivatore diretto, non viola il diritto di prelazione se il terreno riservato ha una “pratica utilità”, se conserva una “autonomia strutturale e funzionale” ed una “produttività economica”.
Nell’esempio pratico la parte di terreno riservata era incolta ed incolta continua a rimanere. Passati sei mesi, viene venduta. Il nuovo proprietario la mette in coltura, realizzando un vigneto. La domanda è la seguente: il giudice, chiamato a decidere sulla richiesta di riscatto, la “pratica utilità”, “l’autonomia strutturale e funzionale”, la “produttività economica”, deve essere accertata e valutata al momento della riserva (terreno incolto ed utilità nulla per il proprietario) oppure in prospettiva futura, se il terreno può essere trasformato, reso produttivo ed essere economicamente utile per un suo eventuale acquirente? Ci sono sentenze in merito?
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<p>Se in sede di vendita di un terreno agricolo il proprietario si riserva una parte di esso sul confine con il vicino coltivatore diretto, non viola il diritto di prelazione se il terreno riservato ha una “pratica utilità”, se conserva una “autonomia strutturale e funzionale” ed una “produttività economica”. <br />Nell’esempio pratico la parte di terreno riservata era incolta ed incolta continua a rimanere. Passati sei mesi, viene venduta. Il nuovo proprietario la mette in coltura, realizzando un vigneto. La domanda è la seguente: il giudice, chiamato a decidere sulla richiesta di riscatto, la “pratica utilità”, “l’autonomia strutturale e funzionale”, la “produttività economica”, deve essere accertata e valutata al momento della riserva (terreno incolto ed utilità nulla per il proprietario) oppure in prospettiva futura, se il terreno può essere trasformato, reso produttivo ed essere economicamente utile per un suo eventuale acquirente? Ci sono sentenze in merito? </p>