Domanda
Un mio parente è proprietario di un fondo “chiuso” al quale si accede attraverso una servitù di passaggio creata sul terreno del suo confinante nel 1946, quando l’allora unico proprietario del fondo vendette tale fondo a diversi acquirenti. Fermo restando che il confinante accede al suo fondo da una strada comunale, la servitù di passaggio di cui usufruisce il mio parente, già nel 1946, era di una larghezza di 2 metri, anche se il notaio stesso specificava che comunque si doveva permettere l’accesso al fondo con mezzi meccanici e autocarri.
Tutto questo è avvenuto senza nessun problema (il passaggio era ormai di circa 4 metri visto che si accedeva anche con mietitrebbia la cui dimensione è di circa questa misura) fino al 2011, quando al mio parente è stato proposto da una ditta di installare una turbina eolica inferiore a un megawatt. Per l’esecuzione di questi lavori, regolarmente autorizzati dai vari enti preposti, il tratturello di accesso è stato dalla ditta esecutrice temporaneamente allargato senza ordine di nessuno (né del mio parente né del proprietario del fondo) per consentire il passaggio dei mezzi meccanici che trasportavano la turbina eolica, ma poi ripristinato come era in precedenza. Specifico che il mio parente, nell’esecuzione di questi lavori, non ha preso alcuna parte perché nel contratto stipulato con la ditta egli è esonerato da ogni responsabilità, anche rispetto al comportamento eventualmente colposo di codesta nei confronti di chiunque.
L’allargamento del tratturello gravato da servitù ha indotto l’affittuario del fondo a esporre querela nei confronti del mio parente e della ditta. Contattato dalla ditta esecutrice, l’affittuario è stato risarcito dei danni presunti e ha ritirato la sua querela, ma ha inviato la copia della stessa al proprietario del fondo che a sua volta ha esposto querela davanti al giudice di pace. Sia il mio parente che la ditta sono stati accusati in concorso di colpa di invasione e danneggiamento (art. 110, 633, 635 del codice penale). Alla conclusione del dibattimento il giudice li ha condannati entrambi per invasione di fondo (art. 633) con multa, spese legali e risarcimento danni da stabilire con la parte accusatrice. Il mio parente non conosce ancora le motivazioni della sentenza.
Io e il mio parente gradiremmo avere un parere in merito e conoscere se ci sono state altre sentenze simili al nostro caso. Chiediamo inoltre se ritiene appropriata una simile condanna del mio parente vista la sua totale estraneità ai fatti. Secondo noi è un’accusa motivata non dai danni ricevuti ma solo dal desiderio di avere, da parte del proprietario del fondo gravato da servitù, un notevole ritorno economico dai proventi della turbina eolica, poiché per oltre 60 anni né il proprietario né i suoi aventi causa hanno mai contestato il passaggio. Le confermo che il mio parente sicuramente ricorrerà in appello.
Questo contenuto è riservato agli abbonati alle riviste Edagricole. Abbonati
Sei abbonato a Terra e Vita o ad una delle altre riviste Edagricole e hai già effettuato l’accesso al sito?
Fai login per accedere a questo articolo e a tutti i contenuti a te riservati.
Sei abbonato ad una delle riviste Edagricole ma non hai mai effettuato l’accesso al sito?
Registrati qui con la stessa e-mail utilizzata per la sottoscrizione del tuo abbonamento.
Entro 24 ore verrai abilitato automaticamente alla consultazione dell’articolo e di tutti i contenuti riservati agli abbonati.
Per qualsiasi problema scrivi a abbonamenti@newbusinessmedia.it