Domanda
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<p style="text-align: justify;">Leggo il quesito seguente: 22 giugno 2010 – Società agricole e sistemi di tassazione.<br />La legge finanziaria per il 2007 ha previsto che le società di persone e le società a responsabiltà limitata e le società cooperative che rivestono la qualifica di società agricola possono optare per la tassazione su base catastale, ma leggendo la normativa mi sorge un dubbio ovvero: per le società agricole che esercitano attività dirette alla manipolazione, conservazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti agricoli ceduti dai soci in questi casi il reddito è determinato applicando all’ammontare dei ricavi un coefficiente di redditività del 25%? <br />Cosa si prende in considerazione la rendita catastale o il coefficiente di redditività ed in che modo viene calcolato? <br />Nel mio caso ho una srl agricola costituitasi nel 2009 come oggetto sociale svolgerà la coltivazione di ortaggi in serra, ad oggi non è ancora operativa tuttavia essendo una srl agricola devo redigere il Bilancio premesso che la stessa è proprietaria del terreno ove verrà esercitata l’attività volevo chiedervi optando per la tassazione su base catastale in bilancio come imposte dell’esercizio devo indicarci l’Ires calcolata sulla rendita rivalutata del terreno o non calcolo le imposte visto che il Bilancio chiude con una perdita fiscale di Euro1.840,00.</p><p style="text-align: justify;"><br />La tassazione con il sistema c.d. catastale per le società agricole costituite in forma di srl è possibile solo per le attività dettate dall’art. 32 comma 2 del DPR 22.12.1986 n.917 meglio conosciuto come TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi) alla quale la rimando per un esame più dettagliato e non certo per l’attività di commercio dei prodotti ceduti dai soci. <br />Quindi una società siffatta è una società commerciale e non ha alcuna attinenza con l’attività agricola e non può applicare i coefficienti per le attività connesse. <br />Nel caso in questione e cioè di una srl non attiva (non operativa) non capisco come Lei possa definirla “società agricola” e quale attività agricola possa essere presa per riferimento all’opzione. <br />Non può fare certo riferimento all’attività dichiarata nell’oggetto sociale e nell’inserimento nella ragione sociale del termine “società agricola”. <br />Fonte normativa art. 32 comma 2 del DPR 22.12.1986 n.917 <br />Risposta a cura di: Luciano Boanini – Terra e Vita</p><p style="text-align: justify;">Forse le informazioni del quesito sono insufficienti ma non riesco a capire la risposta del sig.Boanini: dov’è scritto che l’attività svolta dalla srl è commerciale, visto che il quesito parla di coltivazione di ortaggi in serra? <br />Inoltre sull’affermazione successiva che una srl che commercializza i prodotti dei soci agricoltori (ma lo stesso dicasi per una cooperativa) è una società commerciale credo che, per il bene dell’agricoltura, occorra riflettere molto prima di scrivere con tanta sicurezza cose assai opinabili: l’art.32, comma 2 lett.c) TUIR richiama le attività di all’art.2135 terzo comma c.c.”…dirette alla manipolazione…..commercializzazione e valorizzazione……”. <br />E’ evidente che il legislatore si è premurato, per le srl (come per le cooperative) di prevedere che la totalità dei prodotti ceduti dalla srl (la prevalenza per le coop) provenga da soci agricoltori: rispettato tale requisito non si capisce perché l’attività non debba restare agricola. <br />Non è scritto da nessuna parte che la sola commercializzazione non sia attività agricola se svolta dai produttori, anche in forma associata o societaria, così come resta agricola qualsiasi altra attività (trasformazione, valorizzazione etc.) anche singolarmente presa (e la cui complessità può essere anche ben superiore alla singola attività di commercializzazione). <br />Esiste, purtroppo anche in ambito agricolo, l’idea che l’agricoltore quando commercializza i suoi prodotti cambia natura e diventa un non agricoltore: tale idea è frutto di un incomprensibile (e forse lobbistica) idea per cui l’agricoltore deve solo produrre e altri devono vendere … <br />Questa è l’idea che in vari ambiti associativi (sia di base che di aggregazioni agricole di primo, secondo e terzo livello) si cerca di portare avanti, anche contro posizioni interne al mondo agricolo legate a una retrovisione che lascia enorme spazio a chi si inserisce sul mercato approfittando di una debolezza atavica dal mondo agricolo, tanto capace di produrre ottime cose, quanto quasi sempre incapace di farsele pagare in modo adeguato.</p>