Domanda
Nel maggio 2017 decede mio padre, pensionato ex Preside di scuola media, che ha trascorso gli anni del suo pensionamento ad allevare ovicaprini e a coadiuvarmi nella conduzione dell’azienda agricola di famiglia.
Sebbene io sia attualmente docente a tempo indeterminato in un Itas, dal 1985 ho partita iva in agricoltura (e fino al 1991 sono anche stato iscritto alla gestione INPS dei coltivatori diretti), sono agricol-tore attivo iscritto alla Cciaa e ricevo (o meglio ricevevo giacché ora le incamera mio figlio) le diverse provvidenze comunitarie (premio vacche nutrici, indennità compensativa, Pac etc. etc. ) e lavoro in azien-da(coadiuvato dai miei familiari) dedicandomi alla coltivazione dei terreni e all’allevamento del bestiame.
Nel mese di marzo 2017 tanto io quanto mio padre cediamo gli animali, le macchine, le attrezzature e gran parte dei terreni in affitto a mio figlio (io gli cedo anche i titoli Pac), che si iscrive nelle gestione Inps dei coltivatori diretti e da luogo al Primo insediamento. Io continuo a risiedere e lavorare in azienda coa-diuvando mio figlio e gestendo in proprio lavorandoci direttamente nei giorni liberi e nel periodo di ferie pochi altri ettari di terra.
Aprendo la successione ho invocato le provvidenze dell’art. 1 c. 47 della l. 11 dicembre 2016 n. 232 che reintroduce le agevolazioni per l’acquisto dei fondi rustici siti in territori montani ai sensi dell’art. 9 c. 2 del dpr n. 601 del 29 settembre 1973 fatte a scopo di arrotondamento e/o accorpamento di proprietà diretto-coltivatrici, come da dichiarazione allegata (vedi).
Infatti dal tenore delle varie disposizioni legislative sembrava che tali agevolazioni spettassero anche ai proprietari diretto-coltivatori, cioè coloro che, pur rivestendo qualifiche estranee all’agricoltura, compiono direttamente tutte le operazioni necessarie all’ottenimento di produzioni agricole o zootecniche.
Oggidì l’Agenzia delle entrate, non accordando l’agevolazione, ma senza fornire alcuna spiegazione, chie-de il recupero dell’imposta, oltretutto sanzionandomi. Ha ragione? Oppure ricorrendo in commissione tri-butaria provinciale posso far valere i miei argomenti? O quanto meno utilizzando l’istituto della mediazio-ne posso chiedere l’annullamento delle sanzioni?
Può essere d’aiuto l’art. 25 comma 3 e 4bis del TU successioni?
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